giovedì 21 marzo 2019

La vita di Amadeo Peter Giannini nel libro di Guido Crapanzano

"Libertà significa capacità di porre domande, non soltanto possibilità di ricevere risposte." Sergio Lepri

La Famiglia di Amadeo Giannini a bordo della nave Giulio Cesare il Mario Giannini, il 13 luglio 1923. Nella fotografia vediamo il figlio maggiore, Clara, la moglie, Amadeo Giannini, Claire Giannini, la figlia, e Virgil Giannini, un altro figlio di Amadeo.

Guido Crapanzano è un uomo fortunato che nella vita è riuscito ad ottenere grandi successi in vari campi, grazie al suo vivido acume intellettuale, alla sua costanza nel perseguire un risultato e all'impegno nello studio.
Giovanissimo sale alla ribalta delle cronache musicali per essere stato uno di primi rocker italiani, col nome di Guidone, per via della sua corporatura extra large, nel 1965 raggiunge l'apice della fama artistica accompagnando nientemeno che i Beatles nella loro mitica tournée italiana.
Oggi però non vi racconterò di quei giorni, ma di un uomo d'affari molto importante di origine italiana, un visionario che ha colpito la fantasia di Crapanzano al punto di studiarne la vita per più di 40 anni per poi raccontarne dettagliatamente le vicende in un libro ben scritto che sa portare il lettore in un'atmosfera d'altri tempi, rispondendo a molte domande.
In Italia, in pochi conoscono Amedeo Peter Giannini, ma Giannini è stato un uomo molto importante legato alla cultura italiana e americana; è grazie a lui se Hollywood è nata e si è sviluppata e se molti italo-americani hanno potuto avviarsi verso il successo economico.
Guido Crapanzano si imbatté per la prima volta con la figura storica di Giannini nel 1971, durante un viaggio negli USA per visitare uno zio. A San Francisco, a casa dello zio vede una fotografia di un uomo molto distinto e quando apprende che quell'uomo aveva aiutato gli italiani in America decide si saperne di più, si reca così a visitare il museo della Bank of America dove può visionare tutto il materiale appartenuto al banchiere più anticonvenzionale del mondo. In quel museo apprende che la figlia di Amadeo Giannini, Claire Giannini Hoffman viveva ancora a Seven Oaks, un ranch ad una quindicina di miglia da San Francisco. Ovviamente, Guidone si recherà a Seven Oaks per conoscere Claire e per farsi raccontare la vita del famoso padre.
Dopo la morte di Amadeo Giannini, nel 1949, Claire diventò presidentessa della Bank of America, prima il presidente era il fratello Henri e lei era la vicepresidentessa; era stata anche presidentessa della Bank of Italy. Per questo motivo, ogni anno a settembre, Claire, in occasione del consiglio d'amministrazione, partiva dall'America per recarsi in Italia.
La storia di Amadeo Giannini è molto affascinate ed è tipica del self made man partito dal nulla che poi riesce addirittura a creare la più grande banca del mondo e ad avere contatti con tutte le personalità più importanti d'America e d'Italia.
Crapanzano torna a visitare Claire Giannini nel 1974 e dal 1975 la rincontra ogni anno anche in Italia, quando lei si fermava per una settimana a Firenze dove aveva sede la Bank of America (nata come Banca di Sicilia, poi trasferita a Napoli e diventata nel 1922 Banca d'America e d'Italia).
Claire arrivava in Italia accompagnata da un autista che noleggiava le automobili sul posto per il trasporto della Signora Giannini e di un gatto che non si separava mai dalla sua padrona. Giuseppe, il gatto, era legatissimo a Claire e Claire al suo gatto, tanto che ancora adesso a Firenze c'è ancora chi si ricorda di loro: Alberto Fortini della Bank of America, anche perché Giuseppe morì a Firenze. Venne dato un pubblico annuncio funebre sui giornali per ricordarne la morte e venne fatto il funerale, al quale accorsero dall'America tutti i dirigenti della Bank of America, invitati per l'occasione dalla presidentessa. Ovviamente, restarono abbastanza sorpresi di presenziare ai funerali di un gatto, ma quale sacerdote si sarebbe opposto ad una richiesta di questo tipo, proveniente da una delle donne più ricche del mondo? In certi casi è indispensabile essere riverenti verso le richieste di chi soffre...
Questo è un episodio privato che mi è stato raccontato da Crapanzano. Il libro è una seria biografia di un grande uomo d'affari; non contiene aneddoti così divertenti, ma sicuramente vale la pena di essere letto. Io l'ho divorato in un paio di giorni, anche perché è scritto in modo molto scorrevole.
Terminate le riunioni del consiglio di amministrazione, Claire Giannini soggiornava per una settimana a Forte dei Marmi o a Rapallo, all'Hotel Bristol, dove per varie volte veniva raggiunta da Guido Crapanzano che ascoltava le memorie che l'ereditiera americana riportava di suo padre e della sua famiglia.
"Amadeo Peter Giannini, il banchiere che investiva nel futuro", contiene una notevole quantità di storie intime della famiglia Giannini, come la spiegazione di come Amadeo conobbe sua moglie Clare Cuneo; anch'essa di origini liguri.
Claire aveva conservato l'abitudine di suo padre di riunirsi a tavola con la famiglia per parlare dei fatti accaduti durante la settimana, cosa che in altra forma accadeva in quelle due o tre ore al giorno o durante i pasti che talvolta Guido Crapanzano consumava insieme a Claire all'Hotel Bristol.
Nel tempo, i nemici del banchiere italo-americano riuscirono ad appropriarsi della Bank of America; stimo parlando di una lobby ebraica potentissima composta dai Rothschild, i Rockfeller e i Morgan, furono loro a rastrellare le azioni della Banca di Amadeo una quindicina d'anni dopo la sua morte.
La Bank of America diventò di proprietà della Deutsche Bank, il museo che visitò Crapanzano a San Francisco fu trasferito a Francoforte e poi venne chiuso.
Piano piano la memoria di Giannini veniva occultata, mentre in Italia era già rovinata dal fatto che lui fosse amico di Mussolini.
Giannini venne in Italia una prima volta nel 1912 per motivi familiari, mentre nel 1922 si trovava a Roma, all'Hotel Excelsior, quando Mussolini arrivò in città seguito dalle sue Camicie Nere impegnate con lui nella Marcia su Roma. Dall'appartamento 131, che era l'appartamento in cui prendeva sempre per sé anche Crapanzano durante i suoi soggiorni a Roma, Giannini vide sfilare Mussolini e i suoi seguaci in via Vittorio Veneto, mentre stavano per dirigersi verso il Parlamento.
Mussolini piacque a Giannini perché quest'ultimo pensava che in quegli anni il dittatore facesse il bene della nazione, ma soprattutto perché dava dignità agli emigranti italiani che fino ad allora non avevano mai avuto una patria che li rappresentasse e si preoccupasse di loro.
Mussolini, con le bonifiche delle Paludi Pontine, riuscendo a dare lavoro a molte persone e con altri interventi che si rivelarono popolari nei primi anni della sua politica, dava motivo agli italiani all'estero d'essere orgogliosi del loro paese; per questo quando Giannini ritornò a Roma nel 1926 (aveva già conosciuto Mussolini precedentemente) regalò un milione di dollari al Ministero dell'Agricoltura e del Commercio (il Ministero del Tesoro si chiamava così a quei tempi), per favorire lo sviluppo dell'economia italiana. Si trattava di una cifra che potremmo far corrispondere a circa un miliardo e duecento milioni di euro di oggi: quasi l'equivalente dell'odierno bilancio dello Stato. Questi soldi permisero a Mussolini di crescere il suo consenso tra gli italiani, far sviluppare il paese e produrre ciò che serviva. Giannini finanziò anche Edoardo Agnelli e dopo la guerra il figlio Gianni che operò per la ricostruzione della Fiat.
La questione non è risaputa in Italia, ma a Giannini non piacque quando Mussolini prese provvedimenti legislativi e amministrativi conosciuti come "Leggi razziali", così nel 1938 si dissociò dal fascismo e scrisse che per l'Italia era un grave errore allearsi alla Germania di Hitler. Giannini dopo la guerra continuò ad essere visto con diffidenza perché era erratamente ancora considerato un amico di Mussolini; per questo fu totalmente cancellato dalla storia del nostro paese.
Al contrario, in USA Giannini venne inserito nella Hall of Fame for Great Americans intorno al quindicesimo posto, fino ad una ventina di anni fa.
La Banca d'America e d'Italia dopo essere stata assorbita dalla Deutsche Bank è stata rivenduta senza affidare ad altri il suo nome. Solo gli sportelli sono stati ceduti ad altre banche italiane.
La Deutsche Bank era una banca importantissima che come altre banche si è riempita di titoli tossici, i famosi Subprime.
Dal 1999, anno in cui la finanza internazionale ha visto manifestarsi una grande crisi, ad oggi l'economia dei paesi occidentali non riesce a trovare valide soluzioni per ricominciare un ciclo positivo.
Se non torneranno alla ribalta figure autorevoli e capaci di occuparsi dei problemi della gente è molto probabile che entro due o tre anni il sistema economico salterà, perché nessuno stato è più in grado di pagare i debiti.
Nessuno è in grado di prevedere che cosa accadrà dopo... Ma ciò che sta già accadendo in Venezuela dovrebbe essere di monito per tutti.
È probabile che arriverà un'inflazione mostruosa per tutti, tranne che per i paesi orientali come Cina, Corea ed altri che continuano a produrre beni e non hanno titoli tossici nelle casse delle loro banche (o che ne hanno solo in quantità molto limitata). TG

Amadeo Peter Giannini, il banchiere che investiva nel futuro - Autore: Guido Crapanzano - Editore: Graphofeel - Prezzo: 18 euro

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