lunedì 10 settembre 2018

Nessuno schema per chi non è schiavo del Sistema

 Live al Subbuglio di Alessandria: sul palco Giampo, Ivo Entratomin seguito come seconda voce; sotto al palco Ioris a sx e Saverio "Yena".

Con il titolo di questo post voglio in qualche modo citare alcune canzoni degli anni '80 e riprendere un discorso sul Punk italiano affrontato qualche tempo fa con Giampo Coppa che, oltre ad essere un visual artist, in passato ha vissuto con intensità la breve stagione dell'Hardcore italiano. TG

Poster pieghevole allegato alla cassetta autoprodotta dagli Stinky Rats: Urla di Rabbia. Grafica di Giampo Coppa.

Tony Graffio: Giampo, per favore, raccontami cos'è stato il Punk italiano.

Giampo Coppa: Sul Punk italiano ci sarebbero da versare cascate di parole per descrivere le situazioni che abbiamo vissuto, ma anche per raccontare le attitudini e le passioni che quella musica ha infiammato in molti ragazzi. In quel periodo, purtroppo, il piatto del mio giradischi era rotto e non disponevo di un vero stereo, perché all'epoca un impianto stereo di qualità costava un sacco di soldi. Per questo noi non potevamo avere un vero stereo. Io e mio fratello però avevamo un radio-mobile Blaupunkt degli anni '50 che aveva il piatto in bachelite. Fintanto che il piatto ha funzionato quel mobile sparava un volume della Madonna, ma poi proprio durante gli anni del Punk s'è guastato; così per ascoltare la musica abbiamo recuperato, non mi ricordo dove, una piastra usata per le cassette che abbiamo collegato a questa radio Blaupunkt, tuttora ha in casa mia madre. Per questo, non ho nulla dei dischi Punk di vinile dell'epoca. Ho tutto in cassetta, perché registravo le canzoni su questo supporto e poi le riascoltavo. Di originale ho solamente il disco che ho fatto insieme agli Stinky Rats: "Vergognati" e nient'altro. Proprio per la sua rarità, tutto il materiale musicale Punk Hardcore di quegli anni è valutato come se fossero pepite d'oro: questo però è un controsenso perché quei dischi dovevano fare controcultutra e dovevano essere materiale di scontro e di dissenso. La nostra musica urlava rabbia, era contro lo sfruttamento consumato dalle case discografiche ai danni degli artisti. Già una ventina d'anni fa il disco Wretched, degli Indigesti che è caos puro, aveva già raggiunto valutazioni spropositate, si parlava di cifre che oscillavano tra le 300'000 e le 500'000 Lire. Adesso, penso che un disco del genere possa valere dai 350 ai 400 euro,se non di più. Questa cosa per me è assurda, perché già sulle copertine si scriveva di non pagare più di 1000-1500 Lire, massimo 2500 Lire. Il nostro disco, nel 1985 costava 5000 lire ed era un EP a 45 giri. Non ha senso spendere 300 euro per un disco che ha dietro un discorso politico e di rifiuto verso lo sfruttamento economico del materiale artistico. Capisco che si tratta di collezionismo, ma non nascondo che questo comportamento mi dà un po' fastidio, perché vuol dire speculare su quello che era contro la speculazione. Spendere molti soldi per un disco raro di un gruppo non politicizzato può essere normale, ma un disco Punk dovrebbe continuare a proporre un discorso coerente.


Ecco la radio stereo valvolare Blaupunkt con sopra il master originale del miniLP degli Stinky Rats.

TG: Conosci bene anche i Negazione?

GC: Certo che li conosco. È normale, perché sono Piemontesi. È grazie a loro che noi degli Stinky Rats abbiamo fatto la Tournée in Germania e Olanda nel 1986. Era tutto organizzato da loro e da Tomasso Shulze, un ragazzo di Monaco che all'epoca era molto attivo nell'ambito della scena Punk Hardcore tedesca e aveva un gruppo che si chiamava NoNoYesNo.

TG: Vi siete divertiti?

GC: È andata da Dio! È stato fighissimo, abbiamo conosciuto persone incredibili; poi da Germering, una cittadina a Sud di Monaco ci ha seguito lo Stinky Contingent costituito da alcuni ragazzi simpaticissimi: Sabine, Thomas, Martin, Bastian, Dalibor...

TG: I tedeschi stravedevano per voi e l'Hardcore italiano?

GC: Sì, l'Hardcore piaceva un sacco e la cosa che mi stupiva era che quando noi suonavamo, in molti concerti in Germania, i ragazzi sotto il palco cantavano le canzoni in italiano insieme a noi. Quello è figo! (ride) Molto figo.

TG: Per quanto tempo avete suonato?

GC: Dall'83-84, all'86. L'EP era una coproduzione con Mungo V.R. Blu Bus e Chaos Produzioni, alla fine sono stati loro che sono riusciti a far concludere il progetto che per un certo periodo è stato un po' fermo perché ci mancavano i soldi per realizzarlo. All'epoca noi eravamo ragazzini ed eravamo tutti disoccupati; infatti la tournée l'abbiamo fatta solo dopo aver compiuto i 18 anni, tranne il chitarrista che era già più grande di noi. Mungo invece era il chitarrista dei Declino che ha creduto in noi e ci ha aiutato a realizzare questo sogno, perché per noi era impensabile incidere un disco. E poi c'erano i Kina. Chiaramente ci hanno aiutato anche loro e Gianmario dei Wretched che all'epoca aveva un'etichetta: la Chaos Produzioni; è grazie a lui che s'è sbloccata la situazione perché lui ha deciso di mettere quello che mancava per stampare la registrazione su vinile, preparare le copertine e far uscire il disco. La copertina ce l'aveva fatta un nostro amico, Roberto, un disegnatore bravissimo di Torino che adesso lavora come tatuatore. Avevamo fatto stampare 500 copie in vinile, ma prima avevamo registrato una cassetta autoprodotta in 30 copie che avevamo registrato da soli in sala prove sovraincidendo una tastiera a "Vergonati!". Ne era uscito un sound molto dark. La copertina l'avevo messa insieme io con un collage fatto con le copertine dei giornali; occhi, muri e fili spinati che erano le cose che andavano all'epoca, perché quello era un po' il clima che si respirava... C'era ancora la Guerra Fredda, adesso si sente meno, ma in quegli anni se ne accorgevano tutti. Le bombe  e i missili nucleari però ci sono ancora. Anche se la Cortina di Ferro era più vicina in quei giorni e sapevi che tutti erano pronti a sparare i missili.


Urla di Rabbia - Stinky Rats di questa cassetta originale esistono soltanto 30 copie.

TG: Mi ricordo ancora adesso che in Germania Occidentale in autostrada, ma anche lungo certi ponti c'erano i soldati americani sdraiati per terra, tutti allineati con il fucile sempre puntato dall'altra parte.

GP: Vero. Questa è una cosa che ho visto anch'io proprio mentre ero in tournée. Quando siamo andati a suonare a Berlino, Ovest chiaramente, col treno siamo passati dentro la Germania Est e lungo un campo c'era una fila lunghissima di carri armati sovietici tutti pronti a sparare. Con i cannoni puntati nella stessa direzione e con i soldati vicini. Era un giorno qualsiasi, tipo un mercoledì. Quelle cose ti fanno pensare... Fino a che non le vedi non ti preoccupi, ma quando vai sul posto e le vedi capisci che c'è un certo rischio. Tornaniamo alla nostra cassetta, si intitolava: "Urla di rabbia" e conteneva un mini-poster dove vedevi un topo con gli anfibi e la maglietta stracciata che abbatteva un muro. Dietro il muro c'era tutto uno schieramento di "celerini" col casco e il manganello, perché all'epoca, se eri un punk ti rompevano i coglioni e volavano gli schiaffi senza tanti complimenti. A te, non a loro... Dopo che abbiamo fatto quella cassetta, sia i Declino che i Negazione si sono esaltati e da lì è nata la nostra collaborazione. Abbiamo suonato a vari concerti con loro: a Ferrara, a Carpi... Bisognava sopravvivere in mezzo alla merda.


All'interno del poster di propaganda degli Stinky Rats la parola puntata S.U.C.A. era un acronimo ironico che significava: Savoia. Ultra. Core. Anarchica.

TG: Non era così male dai...

GP: Gli anni '80 non erano così favolosi come vengono descritti adesso; però è vero che c'era molta aggregazione. Ci si telefonava, ci si scriveva e c'era la voglia di credere in un ideale, di cambiare le cose e proporre qualcosa di nuovo. Questo per me è stato il Punk e io l'ho vissuto intensamente. Ti dirò di più; quello che pensavo allora lo penso tuttora, per me non è cambiato nulla. Capito?

Contro il Monopolio delle Case Discografiche
Wretched, degli Indigesti di Vercelli, è stato un disco importantissimo che ha saputo esprimere benissimo gli ideali e la rabbia di un momento molto particolare in cui la scena musicale underground italiana era molto considerata anche in ambiente internazionale. Il Punk è contro quello che è commerciale.

TG: Giampo, un'ultima domanda. Ti dedichi ancora alla musica? Hai qualche progetto in mente per promuovere giovani musicisti oppure per rendere felici i nostalgici delle sonorità passate?

GC: Beh sì, la musica è la mia benzina! Progetti immediati per promuovere nuovi musicisti non ne ho, però devo dire che con lo Psych-out Festival, nato 29 anni fa come party, che dal suo 25° compleanno è diventato festival annuale, abbiamo dato spazio a parecchie nuove band psichedeliche. Dimenticavo di dire, per chi non lo sapesse, che questo è un festival completamente dedicato alla cultura underground sixties con tanto di lightshow con liquidi, band, garage, psichedeliche, surf, space rock, ecc. ecc... Comunque, in questa occasione abbiamo avuto la possibilità di presentare ottime band emergenti come  i Selfish Cale di Torino, o lo space rock dei  Campani 23 And Beyond the Inifinite. Vorrei anche ricordare che lo PSYCH-OUT Festival quest'anno è stato spostato di un mese, quindi invito tutti a venire a partecipare a questa edizione 2018 intitolata: "IN ORBIT" che si terra al BUNKER di via Niccolò Paganini 0/200, Sabato 10 Novembre a Torino... Stay tuned!

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