domenica 28 giugno 2015

La vita infinita di Kengiro Azuma

"I grandi uomini sono coloro che attraversando esperienze difficili, sono capaci di guardare dentro la loro essenza, in modo da scoprire mondi sconfinati nei quali perdersi, per poi ritrovarsi, traendone un insegnamento da comunicare ai propri simili. 
Questi esploratori dell'animo umano e della vita, spesso sono artisti." TG

Arrivando sul piazzale del Cimitero Monumentale, non è immediato trovare la nuova opera dell'artista d'origine giapponese Kengiro Azuma.
Sembra strano, il monumento non è piccolo, misura ben 4 metri d'altezza, ma nonostante le sue dimensioni, se non si è nel giusto stato d'animo, si rischia di passare oltre senza notare la grande fusione di bronzo.

Piazzale del Cimitero Monumentale: ciò che è nascosto e ciò che è evidente

Impossibile non notare i nuovi grattacieli di Milano che stanno stravolgendo l'aspetto della città, eppure esistono cose invisibili o immateriali capaci di sconvolgere ancora di più il nostro modo di essere e le nostre vite.

Forme piene e forme vuote

Da quando, qualche mese fa, per la prima volta, ho sentito parlare di Kengiro Azuma e della sua particolarissima vicenda personale, ho molto pensato a cosa possa aver portato, circa 70 anni fa, questo giovane uomo ad offrirsi volontario come pilota delle unità d'attacco speciali della Marina Imperiale Giapponese; a cosa possa essere passato nella sua mente quando terminò la seconda guerra mondiale e cosa si sia scatenato in lui quando, nel 1946, Hirohito negò l'origine divina del proprio ruolo a capo dell'Impero del Sol Levante.
Credere in un ideale al punto di volersi sacrificare per esso e poi sentirsi dire che era tutto falso dev'essere stata un'esperienza totalmente sconvolgente.
Volevo conoscere Azuma e parlargli, capire che tipo di persona potesse essere diventato e sentire direttamente dalla sua voce quello che aveva da dire.
Avevo dei contatti con alcune persone che conoscono questo artista, ma nessuno ha avuto il coraggio di presentarmi perché sapevano che Kengiro Azuma è un uomo molto riservata che non ama essere disturbato dagli estranei.
Per un po', ho provato a rispettare questo desiderio di pace e tranquillità espresso da un signore che sapevo essere anche molto educato e gentile, ma un giorno che ho visto il portone esterno del suo laboratorio aperto, ho immaginato di poter trovare Kengiro al lavoro, mi son fatto coraggio ed ho bussato alla porta vetri, aspettando di vedere uscire da lì un vecchio un po' malmesso.
Nel momento in cui vidi la testa di un uomo energico dai lunghi capelli bianchi sbucare da un'apertura della porta, dubitai di trovarmi al cospetto del Maestro Azuma e chiesi immediatamente se fosse lui la persona che stavo cercando.
Azuma mi sembrò molto più giovane e vispo di quello che mi avevano detto; provai a chiedergli se avesse del tempo da dedicarmi, perché avevo delle domande da fargli, ma capii abbastanza in fretta che ero capitato in un momento non particolarmente opportuno, così preferii congedarmi, per potermi ripresentare da lui in un'altra occasione.
Tornai nell'angolo del suo cortile un paio di settimane dopo il primo incontro.
Sembrava d'essere in un giardino Zen: questa volta non ero solo e furono i miei giovanissimi accompagnatori a conquistare l'anziano maestro.
I bambini vedono ogni cosa con maggiore lucidità e chiarezza rispetto a chi ha la mente confusa da troppe notizie e da un'eccessiva disinformazione.
Il mio bambino di 8 anni chiese ad Azuma che cosa significassero i buchi all'interno delle sue sculture.
Credo che anche Azuma abbia una visione abbastanza fresca della vita poiché comprese molto bene la domanda del bambino e si preoccupò molto di potergli fornire una risposta soddisfacente. 
Esistono cose materiali che si vedono e si possono toccare, ma esistono anche sentimenti impalpabili che partecipano a costituire il nostro mondo più spirituale, quelli sono i buchi nella materia scultorea.
Ciò che noi sottraiamo al mondo materiale esiste in una dimensione diversa, ma esiste e influenza la nostra vita, ancor più di quello che possiamo vedere e toccare.
Il ricordo dei nostri defunti è un altro aspetto di qualcuno che è più tra noi, ma non per questo non esiste.
L'arte e la spiritualità sono realtà molto ben collegate tra loro.
La domanda di un bambino mi ha aiutato ad introdurre proprio l'argomento che era di mio interesse; mi sentivo un po' a disagio nel cercare di scavare nei pensieri privati di un uomo che rifugge la mondanità ed i clamori del mondo, però non volevo rischiare di perdere l'occasione di soddisfare le mie curiosità.
Volevo sapere se, dopo aver perso la fede nel suo dio/imperatore, l'ultimo kamikaze avesse adottato una nuovo pensiero religioso o si fosse distaccato in maniera definitiva da queste idee.
Azuma mi spiegò che egli ha una sua forma personale di spiritualità che va oltre la divisione che ci viene imposta dal voler dare ad ogni cosa un nome diverso. 
Parlando con lui capii che questo pensiero è abbastanza semplice da intuire, ha basi filosofiche e può essere valido per chiunque è in grado d'osservare l'attuarsi di azioni che sono mosse dalle forze del bene, oppure da quelle del male.
Ogni cosa può essere in conflitto, ma si tratta di una situazione normale che concorre a farci capire ciò che è giusto e ciò che è sbagliato.
Non bisogna preoccuparsi troppo se succedono avvenimenti tremendi, questi fatti sono nella natura delle cose, non può esistere una vita fatta di sole cose belle, come non può esistere un anno con un'unica calda stagione, saremmo noi stessi a stancarci e a desiderare un po' di fresco.

Il lato oscuro della vita

Queste sono le brevi impressioni che ho tratto da due incontri occasionali con un personaggio molto interessante, capace di affascinare chiunque, sia per i propri modi che per le parole espresse. Spero, in futuro, di poter approfondire maggiormente la conoscenza di questo artista dalla grande esperienza e dall'ingegno sempre vivace.  Tony Graffio


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