domenica 15 settembre 2013

Meglio essere un silo isolato che essere isolati dentro un silo

Ero indeciso se collocare questo bellissimo silo insieme alle case colorate oppure creare un'apposita pagina tutta per lui. Ho optato per quest'ultima soluzione. 
Sono sempre stato affascinato da questa grande torre a forma di clessidra e fin da quando ero bambino mi chiedevo a cosa servisse esattamente. Ho sempre sentito dire che si trattava di un'enorme contenitore dell'acqua, ma non ne ho mai saputo molto di più. Un tempo era di colore giallino e nessuno lo notava troppo, fintanto che divenne di un grigio veramente sporco ed inguardabile. Non ricordo esattamente quando accadde, però finalmente, credo intorno alla fine degli anni 90 del secolo scorso, venne deciso di renderlo più presentabile decorandolo con un originale mosaico a disegno geometrico.
Osservandola bene, si nota che anche questa decorazione inizia a mostrare segni di degrado, credo tuttavia che, una volta tanto, chi abbia realizzato questa colorazione artistica abbia in qualche modo previsto che il disegno e la colorazione attribuita al silo avrebbero in parte camuffato macchie varie e tracce di muffe.
Una volta, lo scalo ferroviario Farini era l'ambientazione perfetta per questa torre industriale che si integrava a meraviglia nel panorama circostante, oggi, un po' per i suoi colori brillanti, un po' per il cambiamento del panorama circostante, la presenza di questo vecchio silo è ancor più evidente e si crea un bell'effetto di stacco per contrasto dai nuovi palazzi di vetro presenti sullo sfondo.

Silo il solitario

Una ragazza ed un ragazzo vestiti di nero avanzano mostrando provocatoriamente al silo colorato la negazione del colore che indossano. Questo fatto isola ancor più questo silo che non trova uguali nel mondo. 

Silo e binari visti attraverso una rete

Come ho già spiegato in pagine precedenti, cerco di ottenere fotografie decenti senza spendere troppo tempo nell'effettuazione delle riprese perché mi occupo di questo blog a tempo perso e nemmeno io ho capito bene perché mi sono imbarcato in questa avventura. Credo d'aver deciso di pubblicare i miei scritti e le mie fotografie un po' per poter ritornare sui miei pensieri, un po' per registrare dei ricordi tentando di fermare dei momenti che altrimenti andrebbero persi, un po' per conoscere ambienti e personaggi autentici in una Milano che spesso trascura la sua origine popolare, un po' per raccontare qualcosa di semplice, ma potenzialmente interessante che fa parte della vita di chi si muove nella città, un po' per avere un'interazione con chi guarda queste pagine, un po' per tentare di capire come le cose cambino e come il tempo scorra inarrestabilmente, indipendentemente dalla nostra volontà di fermarlo.
Questo per dire che la fotografia non è il mio interesse principale, né un'idea astratta fine a se stessa, ma uno strumento di ricerca ed espressione del quale è meglio non abusare nell'incessante tentativo di giungere a valori estetici assoluti.
Forse, anni fa ero più rigoroso nell'approccio fotografico atto ad ottenere inquadrature perfette ed immagini impeccabili, mentre oggi cerco di lasciar fluire il mio essere in un istante irripetibile, ma nonostante questo, più volte mi è capitato, durante la realizzazione di questo blog, d'aver ottenuto risultati insoddisfacenti che non mi permettevano di raggiungere un risultato estetico ottimale e un'atmosfera non adatta a quello che volevo trasmettere. Non è stato facile riprendere questo silo, sia per le sue dimensioni, sia per la sua forma, sia per l'ambiente in cui si trova ed anche per il mio partito preso di effettuare uno scatto spontaneo con l'obiettivo che avevo in camera senza voler fare niente di complicato. Poi, molto dipende anche dal mezzo in cui andiamo a presentare le immagini. Credo che il pubblico di internet, a differenze di chi sceglie di muoversi per andare a visitare una mostra, non si soffermi troppo su ogni immagine, ma si lasci trasportare dal flusso di continui aggiornamenti e nuovi messaggi. Il mezzo digitale è molto adatto a seguire questi ritmi, ma vi preannuncio che ho incominciato ad effettuare qualche scatto analogico che vorrei introdurre a breve per comparare gli stessi luoghi ripresi con mezzi diversi. E' possibile che il mezzo influenzi il contenuto e che il significato del messaggio cambi? Non so ancora rispondere a queste domande che saranno un nuovo oggetto di ricerca all'interno di queste pagine. Spero che l'argomento, anzi, gli argomenti trattati siano di qualche interesse anche per chi mi segue nel mio percorso fotografico e di suscitare qualche risposta, suggerimento o un qualsiasi segnale in chi condivide le osservazioni urbane, temporali e interiori che propongo.

Testo e Fotografie di Tony Graffio

Geo Appunto: N 45°29'11.030" E 9°10'57.280"

1 commento:

  1. Eccolo!Finalmente dopo 10 anni che abito qui...lo vedo tutti i giorni, so di cosa si tratta, grazie...a domanda è arrivata risposta già data nel tuo blog;)E' davvero un bel oggetto di arredo urbano!

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