"Se "Benessere" vuol dire fare lavori di merda ben venga la crisi che ci sprona a produrre arte e creatività." E.P.
Prendo spunto da questa frase, pronunciata lo scorso venerdì 23 settembre, serata d'apertura dei cancelli del FOA Boccaccio in via Rosmini, 11 a Monza, da una visitatrice del 3° Festival Femminile Indipendente dedicato all'arte, alla cultura, alla musica, al tatuaggio, alla moda e all'artigianato, per presentarvi alcune protagoniste di una due giorni di performance ed esposizioni che è stata apprezzatissima dal pubblico che sicuramente lascerà un bellissimo ed indelebile ricordo a tutte/i. TG
Tratto da "Uxoricidio" di Daniela Battinelli
Technique: B/W digital photography
"Da secoli il corpo femminile viene rappresentato come un mero oggetto sessuale e il dilagante sessismo che lo denigra relega la donna ad un'inferiorità psicologica ed intellettuale.
L'opera d'arte si riscatta alla massima potenza da questa astrazione quando sono le artiste donne a dipingere altre donne.
Scevro da preconcetti e facili stereotipi, l'universo femminile viene esplorato in tutte le sue sfaccettature per sottolineare quanto non sia semplicemente un "soggetto" d'arte passiva, ma qualcosa che si afferma in quanto artefice dell'arte stessa, voce narrante che promuove la femminilità in tutte le sue declinazioni.
La donna dà spazio alla sua personalità ed alla sua sensibilità valorizzando la sua vera bellezza, ovvero il coraggio delle proprie scelte e la difesa dei propri diritti." Daniela Battinelli
Questo è il pensiero di una ragazza impegnata non solo nell'affermazione della propria arte, ma anche di un'identità personale che spiega molto bene lo spirito del Malafemme Indipendent Festival. Oltre che con Daniela ho parlato con molte altre donne: Indignada Jones, una tattoo-graphic-artist che insieme a Silvia ha coordinato l'allestimento dello spazio utilizzato per le mostre d'arte mi ha guidato attraverso le mille sfaccettature di una manifestazione molto vivace e comunicativa.
Ecco cosa mi ha fatto capire.
Ecco cosa mi ha fatto capire.
Questo Festival ha permesso ad un collettivo spontaneo di ragazze molto creative e coraggiose di riunirsi e di ritrovarsi. Questa è la terza volta che capita, dopo gli appuntamenti di Cremona e Brescia, dando vita ad una situazione molto interessante in un clima molto amichevole e caloroso.
Partito un po' timidamente al C.s.a. Kavarna nel 2014, il Mala Femme alla sua seconda edizione, al Magazzino 47, si stava già consolidando come un momento di incontro e progettazione che è riuscito a mettere le basi ad una serie di appuntamenti tutti al femminile che si sono verificati anche quest'anno al FOA Boccaccio e speriamo continuino a ripetersi anche in futuro con la stessa riuscitissima formula.
Le artiste scaturiscono da una sorta di "gruppo madre" che ha avuto l'idea d'organizzare il Festival ogni anno in uno spazio diverso. Gruppo che ha comunque modo di frequentarsi e confrontarsi nel corso dell'anno in occasione d'eventi di vario tipo, facendo scaturire questa voglia di fare, principalmente dal piacere di stare insieme.
Tenendosi in contatto queste amiche elaborano idee alle quali ognuna risponde in modo da modellare e migliorare le proposte, al fine di arrivare ad un progetto attuativo che possa essere gradito a tutte. Altre artiste al di fuori di questo nucleo centrale che hanno voglia di confrontarsi e partecipare, si interessano e domandano di poter far parte del Festival con le proprie espressioni artistiche.
Oggi, non è semplice mettersi in mostra perché tutti fanno vedere di tutto, ma esporre ed esporsi è ancora per molte una decisione intima, non facile da trovare dentro se stesse ed in quegli angoli nascosti che permettono d'entrare veramente in sintonia con lo spirito di chi espone.
Al Boccaccio ho trovato opere di un livello piuttosto alto e mi sono chiesto se ci sia una sorta di selezione per entrare in questo spazio. Mi è stato detto che non ci sono limiti o ostacoli che impediscano alle artiste di esprimere la loro spontaneità.
Una volta fissata la data dell'evento si aggregano molte ragazze, ma al momento di esporre capita spesso che qualcuno decida di rinunciare per motivi personali ed è così che la partecipazione si attesta ad un numero fisiologico nell'ordine di una grandezza che non è né troppo esagerata, né troppo esigua. Soltanto chi si sente davvero pronta ad esporsi in questo Festival entra poi a far parte del gruppo delle partecipanti.
Nessuno esclude nessuno, ma bisogna prendersi le proprie responsabilità perché non ci sarà poi chi si farà carico del lavoro altrui.
L'atmosfera generale è magica e molto intima e questo permette d'incontrare persone disponibili a parlare delle proprie esperienze e delle proprie creazioni, perché una volta che le ragazze hanno fatto il loro percorso di "autoanalisi" e maturazione sono pronte ad affrontare il pubblico sentendosi finalmente sicure di loro stesse.
In questo ambiente non c'è competizione, né pregiudizio, ognuna si sente libera di realizzare qualsiasi cosa possa immaginare. Non ci sono limiti, né censure non c'è un vero tema né un argomento comune, ma ho potuto constatare che l'affettività, i sentimenti e la sessualità sono discorsi che emergono in molte delle opere esposte. Questo non perché vengano date delle linee guida, ma perché evidentemente per molte artiste c'è la necessità di proporre argomenti di questo tipo, di riflettere e di far riflettere. Anche gli uomini.TG
Una delle Gigantesse di Petra Farioli
Technique: Oleoresin Colours
Technique: Oleoresin Colours
Petra Farioli affronta un percorso in onore alla confraternita dei Preraffaelliti che contrasta l'arte accademica in epoca Vittoriana cercando di riacquistare il senso etico dell'opera primitiva apportando alla stessa contenuti di modernità.
L'artista rievoca le antiche ed ermetiche figure di quelle donne che Beaudelaire chiamerà: "Le gigantesse".
Body Sex - Show Me
Technique: digital photography
"Sin quando recepiremo le nostre pulsioni come errori non riusciremo mai a conoscerci davvero, in fondo abbiamo tutti un'indole perversa. Esternare ciò che siamo permette di esternare aspetti di noi stessi che non avremmo mai potuto concepire, lasciamo il pudore a chi vive di paure." Cit.
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