martedì 18 novembre 2014

Isola: 3 giorni dopo la seconda grande esondazione di novembre del Seveso

Questa mattina, mi sono recato al quartiere Isola per vedere se la situazione è migliorata e la vita dei cittadini è tornata alla normalità, dopo la seconda grande esondazione del Seveso, la terza grande piena di quest'anno, la nona in totale, considerando anche gli allagamenti "minori".

Ho deciso di svolgere questo piccolo servizio d'informazione pubblica, perché già nei giorni scorsi mi ero reso conto che alcuni mezzi d'informazione di massa, tra i quali anche la Rai, non si sono interessati sufficientemente ai problemi occorsi in queste zone allagate di Milano. In molti hanno preferito tacere certe situazioni, minimizzare i danni, non essere presenti sul posto evitando di dare notizie più dettagliate, magari di in ora in ora, per far sapere ai cittadini se potevano o no uscire di casa, visto che in molti hanno dovuto passare un  paio di giorni chiusi nei loro appartamenti senza poter uscire.
Parlando con la gente ho saputo che alcuni notiziari avevano detto che le strade erano già state pulite, invece la realtà è un po' diversa, il fango è presente in abbondanza nelle anse delle strade e gran parte dei marciapiedi sono stati puliti, solo in parte, dai custodi degli stabili, o dagli abitanti della zona.
Inoltre il black out energetico intercorso tra la sera di sabato 15 novembre e la mattina di domenica 16 ha aggravato la sensazione d'isolamento, accrescendo i danni.
Molti negozi d'alimentari hanno dovuto gettare le loro merci ritrovandosi anche con i congelatori pieni d'acqua, mentre i box sotto al livello stradale hanno visto i motori e l'elettronica di alcune automobili completamente danneggiati; stesso discorso per centraline elettriche e caldaie per il riscaldamento dei palazzi.

Fathi Fayad, egizino, mi ha raccontato che già sabato scorso ha visto la sua giornata di lavoro rovinata dal maltempo, oggi vendendo il cielo un po' più blu, ha pensato che le cose si sarebbero messe meglio, così ha lasciato la sua abitazione di Bresso  verso le 5.45 per caricare la frutta e la verdura sul camion con la speranza di poter vendere qualcosa al mercato di via Garigliano, ma una volta arrivato sul posto, s'è sentito dire dai Vigili Urbani che oggi non si poteva montare il mercato per questioni di sicurezza.
Stessa cosa, si sono sentiti dire gli altri commercianti ambulanti coi quali ho parlato e che hanno dovuto rinunciare ad una giornata di lavoro, pur assumendosi le spese di trasporto, viaggio ed altre questioni organizzative perché nessuno li aveva avvisati di non recarsi sul posto di lavoro.
Nemmeno i negozi della zona hanno lavorato gran che nei giorni scorsi e fintanto che strade e marciapiedi sono sporche di fango maleodorante, c'è poca voglia d'andare a fare la spesa.

In via Garigliano, come in molti altri posti delle zone colpite dall'alluvione, non ci si fida a togliere i sacchetti di sabbia di protezione all'entrata delle case.

Il mercato di sabato scorso è stato smontato in tutta furia prima delle 13, mentre il mercato del martedì è stato annullato per paura che gli scarichi dell'acqua fossero intasati ed in caso di pioggia, la strada avrebbe potuto diventare una trappola d'acqua per avventori e venditori.

Sacchi di juta pieni di sabbia del Genio Civile di Mantova. Vecchiotti, ma utili.


Sacchi di sabbia a protezione di un portone 


Armando Forno, milanese doc, nato a Baggio nel gennaio del 1933 e trasferitosi con la sua famiglia dopo 6 mesi in via Carmagnola al numero 15, vive nel quartiere da tutta la vita, conosce ogni segreto dell'Isola poiché in ha sempre frequentato l'oratorio di Don Eugenio Bussa. 
Il Signor Forno dice di non aver mai visto così tanta acqua per le strade e le cantine come lo scorso sabato 15 novembre 2014.
Non vorrebbe parlare di politica, ma anche per lui è evidente che non è mai esistita la volontà di risolvere un problema che nel corso degli anni, forse per la maggior densità abitativa dell'area, ha finito soltanto col peggiorare. 
Armando mi racconta che il problema delle esondazioni del fiume Seveso risale almeno all'anno 1947, poiché lui si ricorda che già allora lavorava come operaio per lo stabilimento della carne in scatola Montana, che all'epoca si trovava oltre il ponte ferroviario tra viale Sarca e viale Zara e da quella strada non era possibile tornare con la bicicletta, in caso d'allagamenti. 
Spero che questi problemi si risolvano in fretta per poter tornare a dedicarmi agli argomenti di cui mi occupo di solito e che chi dovrebbe interessarsi a queste cose, trovi il tempo e la voglia di farlo in maniera indipendente, poiché le voci indipendenti come la mia, sono le uniche in grado di raccontare la realtà dei fatti. Tony Graffio

Aggiornamento del 2 marzo 2015
Le paratie anti-acqua alta si possono comprare dal ferramenta di zona in piazza Minniti.

Paratia anti-Seveso

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