martedì 11 dicembre 2018

Daria e l'unicità del multiplo in serigrafia

"I dettagli fanno la perfezione e la perfezione non è un dettaglio." Leonardo da Vinci


Daria
Un altro incontro interessante agli Alterbej

Daria: Mi chiamo Daria, ho 43 anni e ho studiato all'Accademia di Brera,  l'arte mi ha sempre interessato ed ho sempre lavorato in questo ambiente.  Ho preparato allestimenti museali...
TG: Scusami, che cosa intendi per allestimenti museali?
Daria: Progettazioni scenografiche per musei e per mostre.
TG: Spiegamelo meglio, per favore.

TG: Praticamente, sei un artigiano che sviluppa tutto quello che l'artista non è capace di fare?

Daria: Più o meno, sì. Tanti artisti oggi lavorano così.

TG: Questo è un aspetto interessante. È da tanto che  fai questo lavoro?

Daria: Dopo aver terminato L'Accademia di Brera, nel 1998, sono entrata in questo campo per fare la mia prima esperienza lavorativa, perché avevo studiato scenografia con Romano Perusini. Poi, ho trovato lavoro in uno studio e per 8 anni ho fatto la scenografa per i musei, per il PAC, per la Mostra del Cinema di Venezia e varie fondazioni. È stato molto bello, ma anche molto stressante e dopo 8 anni ho deciso di cambiare vita  e di andare a vivere sulle Alpi Apuane sopra Carrara.

TG: È stato stressante per colpa degli artisti o di chi gestisce i musei e queste fondazioni?

Daria: Per colpa di chi gestisce queste cose, gli artisti sono artisti, è il sistema economico dell'arte a non essere strutturato bene. Per colpa anche delle finanziarie. C'è un po' di falsità in tutto quello che si vede e si sente, di conseguenza il mio amore molto bohémien per questa attività è andato a scemare fino a provocarmi dei contrasti con me stessa

TG: Ti sei messa un po' in discussione ed hai iniziato a farti delle domande per capire se per te era giusto vivere in questo modo?

Daria: Assolutamente sì. Ho iniziato a chiedermi che cosa stavo facendo e per chi. Così, ho deciso di cambiare completamente la mia esistenza e di dedicarmi alla natura.

TG: Cosa fai adesso?

Daria: Faccio laboratori d'artigianato. Insegno serigrafia ai bambini nelle scuole per spiegare cos'è il concetto di bellezza e insegnare l'arte del particolare e dell'attenzione; tutte cose che si stanno un po' perdendo.

TG: Che cos'altro fai con la serigrafia?

Daria: Per me lavoro sull'unicità del multiplo. Se io stampo a mano sempre con la stessa matrice comunque ogni stampa mi viene diversa da un'altra, dipende dall'imprinting umano... Ogni uomo, pur assomigliando alle altre persone, ha delle caratteristiche sempre diverse.

TG: Questo dipende da come si tira la racla o dipende da operazioni in più o in meno che possono essere fatte durante la lavorazione?

Daria: Può essere semplicemente lo stesso gesto che non può mai essere ripetuto in maniera perfettamente uguale a quello precedente, a meno di non usare una macchina, ovviamente... Lavorando a mano, basta anche soltanto una pressione diversa di come si passa la racla sul telaio, oppure di quante volte hai stampato quel telaio. Queste diversità impercettibili del gesto sono quello che mi interessa. Infatti faccio delle serie impostate su queste diversità.

TG: Scusa, ma se sono gesti impercettibili, chi se ne accorge?

Daria: Io lo so.

TG: Solo tu?

Daria: No, anche la gente se ne rende conto. A volte calco un po' la mano per far risultare una stampa diversa dall'altra. Anche le mescolanze di colore danno vita a cromaticità irriproducibili e mai uguali, perché lasci al caso certi risultati.

TG: Sono dettagli davvero minimi, però.

Daria: Sono dettagli minimi, ma sono importanti.

TG: Per vedere le differenze bisogna comparare le stampe tra loro, altrimenti non ti accorgi di niente.

Daria: Quando espongo i miei lavori è possibile rendersi conto di queste differenze quasi impercettibili che ci sono tra una stampa e l'altra. Normalmente stampo 4 copie e le espongo tutte insieme, per evidenziarne le diversità che sono nette.

TG: Allora, quando si fa un acquisto, se si ha la possibilità, ha senso visionare e valutare quale stampa serigrafica o calcografica ci piace di più tra quelle che sono ancora disponibili per la vendita, prima di sceglierle?

Daria: Assolutamente. Infatti, anche per questo vengono numerate. Se ne prendi una di tot copie sai che non sono tutte proprio identiche.

TG: Hai imparato in Accademia a fare serigrafia?

Daria, No, ho imparato nei centri sociali, in particolar modo al May Day di La Spezia.

TG: Pensi di continuare a fare serigrafia?

Daria: Nel 2018 ho lavorato un po' meno rispetto all'anno prima; forse ho meno voglia di serigrafia ed ho un po' esaurito quella vena. Adesso mi sono messa a dipingere a olio, sempre più o meno con lo stesso concetto.


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