Sulle pagine dei Frammenti di Cultura di Tony Graffio, inizia oggi una veloce panoramica su alcuni degli artisti e degli artigiani presenti ormai da 10 anni sul Calacavia Bussa durante l'ormai tradizionale mercatino natalizio alternativo degli Alterbej, dal 6 al 9 dicembre a Milano.
Tommy fabbrica coltelli artigianali seguendo la tradizione dei maestri coltellinai della Valsassina.
Tony Graffio: Ciao, vorrei conoscerti e sapere qualcosa della tua attività artigianale. Come ti chiami?
Tommy: Mi chiamo Tommy, ho 30 anni, sono milanese e mi sono trapiantato in Valsassina per fare una vita piacevole, tranquilla e divertirmi in mezzo alla natura.
TG: È vero, si sente che sei proprio milanese...
Tommy: Sì, sono nato e cresciuto qua, però sono andato via e speriamo che altri milanesi ci raggiungano.
TG: Tommy, come si riconosce un coltello artigianale?
Tommy: Lo vedi. Non ce ne sono due uguali. È un pezzo unico che porta tutti i segni della sua lavorazione fatta a mano.
TG: Da che materiali parti? Pezzi di recupero?
Tommy: Io ho un maestro molto bravo, ha quasi 80 anni e da tutta la vita fabbrica coltelli. In Valsassina c'è una lunga tradizione nella fabbricazione dei coltelli.
TG: Come si chiama il tuo maestro?
Tommy: Il Gagett (Mario). Ma ce ne sono molti altri in Valle che sono attivi nel settore della coltelleria artigianale. La cosa più difficile è la scelta dell'acciaio. Noi utilizziamo acciai vecchi che sono stati forgiati anni addietro in Valle, per fare utensili particolari, quando ancora esisteva una certa cultura e si utilizzava l'acciaio giusto per ogni tipo di lavoro.
TG: A che utensili ti riferisci?
Tommy: Molti sono coltelli per tagliare le unghie ai cavalli.
TG: Come si lavorano gli acciai che recuperate in questo modo? C'è molto da fare?
Tommy: Vanno battuti e forgiati. È un lavoro di fatica. Poi, quando hai raggiunto lo spessore e la forma che ti proponevi vanno tagliati e scolpiti. Il manico di ferro battuto va scolpito e poi si taglia con la mola e va scolpita la lama. Anche fare il manico è un bel lavoro. Infine c'è la tempra che è la lavorazione più difficile e va imparata per forza da un essere umano vivente, perché si basa sui colori che raggiunge l'acciaio ed ha tempistiche ben precise.
TG: È difficile?
Tommy: Abbastanza, ma questo per noi non è un problema, siamo in un posto dove possiamo lavorare e divertirci tanto; adesso noi dell'Emporio Selvatica ci siamo informatizzati, se la gente vuole venirci a trovare, siamo sopra a Lecco dove lavoriamo il legno, il ferro, la pietra. Siamo molto felici lì, facciamo molta agricoltura in modo naturale, tutti i nostri prodotti sono 100% biologici.
TG: Anche la molatura è una fase delicata della lavorazione?
Tommy: Fare la lama, alla fine, è la parte più delicata. All'inizio devi batterla quando il ferro nel fuoco è ancora rosso e incandescente, bisogna procedere piano piano. Quando poi il coltello è quasi finito devi molarlo con la mola elettrica; alla fine invece procedi a mano con la lima o con la pietra. A parte la sgrezzatura, la parte finale la faccio a mano, perché a mano il lavoro riesce sempre meglio. Stai più tempo sul pezzo, però ogni colpo è precisissimo e prendi molta più sensibilità. Per quanto sia comodo usare la mola, la mano resta la mano.
I coltelli artigianali di Tommy
TG: Che prezzi hanno i tuoi coltelli?
Tommy: Dipende dalla complessità della lavorazione, ma mediamente vanno dai 50 euro, per un coltello piccolo, ai 150, per un coltello grande.
TG: Come ti è venuta questa passione? Fai anche altri tipi di lavori?
Tommy: Faccio l'agricoltore e nel tempo libero svolgo lavori d'artigianato con il legno, la creta ed i coltelli. Ho sempre avuto però il sogno di fabbricare i coltelli da me, a mano. Facendone un po' mi sono divertito, anche perché riuscivano bene.
TG: Quanto tempo ci vuole per imparare?
Tommy: Non si smette mai d'imparare e poi se stai al fianco di una persona che t'insegna bene, già il primo coltello ti riesce bene. Più vai avanti, più impari. Sto iniziando a capire adesso come scegliere l'acciaio, ma serve molta esperienza, ci vuole anche molto occhio. Per imparare a distinguere il colore delle scintille ci vuole una grande sensibilità che si fa soltanto negli anni.
TG: Partendo dagli acciai nuovi che cosa si riesce a fare?
Tommy: La nostra è una valle di forgiatori che si sono convertiti a fare flange, lì tutti conoscono l'acciaio molto meglio di me. Gli acciai di oggi, a meno di pagarli cifre spropositate, non vanno bene. Non è importante il codice dell'acciaio in realtà, ma dove è stato estratto, perché al suo interno ci sono micro-impurità di altri metalli quali l'oro, il cromo o il nichel, o quello che vuoi... Oggi fare delle analisi è costosissimo, di conseguenza gli acciai veramente buoni te li fanno pagare cari; mentre un tempo nella Valle sapevano già in quale miniera andare a prendere il ferro che gli serviva. Purtroppo, queste conoscenze si sono completamente perse. Una volta sapevano come mischiare i materiali di due miniere diverse per arrivare al bilanciamento giusto degli acciai. Noi ormai abbiamo perso quelle conoscenze, non possiamo più andare nelle miniere e non sappiamo più neppure dove sono. Anche se dovessimo fare delle micro-analisi costosissime non arriveremmo a conoscere i metalli bene come li conoscevano un tempo i vecchi di 50 anni fa. Ci dobbiamo fidare di analisi scientifiche per arrivare a trovare un acciaio di qualità che poi risulta essere uguale a quello utilizzato per fare l'utensile per gli zoccoli dei cavalli. La gente butta via quei pezzi che noi recuperiamo e riutilizziamo per dar vita a nuovi strumenti che hanno le qualità specifica per i lavori richiesti ai coltelli.
TG: Quali sono le qualità di un buon coltello?
Tommy: Quando usi l'acciaio giusto e lo lavori bene, con la tempra giusta, la lama riesce a tenere bene il filo. Oppure il coltello riesce ad essere affilato anche se ti trovi nel bosco ed hai bisogno di dare una ripassata alla lama. In caso di caduta la lama non si deve spaccare. Ci devono essere tutta una serie di qualità che la tradizione ha fatto sì che si riuscissero ad ottenere. Per questo sono state fatte precise scelte che riguardano i materiali e le lavorazioni. Ci sono volute generazioni, generazioni e generazioni di artigiani per capire come fare i coltelli giusti.
I coltelli artigianali di Tommy
TG: Oltre a te, c'è qualche altro giovane che sta imparando questa arte tradizionale?
Tommy: Ma sì dai, adesso i giovani sono più volenterosi, si sono rotti le palle di stare davanti ai computer. C'è bisogno di realtà nella vita.
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