Tony Graffio Intervista Raffaele Montepaone
TG - Ciao Raffaele parlami del progetto fotografico che hai presentato al Premio Warsteiner.
Raffaele Montepaone - Life è un progetto fotografico che sto portando avanti da 7 anni in Calabria, la regione in cui vivo e sono nato. Mi sto occupando d'individuare i centenari della mia terra e di fotografarli, facendomi raccontare le loro vite vissute nel secolo scorso, con una particolare attenzione alle tradizioni, alla fede ed al loro aspetto fisico: le rughe, le mani ed a quei dettagli che ci fanno capire come hanno vissuto le loro vite.
TG - Raffaele, tu quanti anni hai e come hai incominciato ad interessarti di fotografia?
Raffaele Montepaone - Ho 34 anni e fin da quando avevo 12 anni mi sono innamorato della fotografia, ho avuto come maestro il Signor Mangioni di Vibo Valentia che mi ha iniziato a questo bellissimo mestiere. Dopo di che ho avuto una mia crescita personale di studio che mi ha portato a documentare la storia del mio paese.
TG - Hai frequentato qualche scuola di fotografia?
Raffaele Montepaone - No, se devo essere sincero non ho fatto nessuna scuola di fotografia, ma ho fatto molta pratica, anche se riconosco che l'esperienza non basta ed ad un certo punto bisogna approfondire anche le conoscenze teoriche, anche perché c'è sempre qualcosa da imparare.
TG - Cosa ti piace fotografare?
Raffaele Montepaone - Quello che mi piace fotografare sono le mani perché è da lì che si legge la vita di una persona. Se ha la fede, o le doppia fede che in genere rappresenta il marito che non c'è più. In Calabria le donne vedove usano portare al dito anche la fede del marito in segno di ricordo e di rispetto.
Naturalmente, non mi occupo solo di questo mio progetto, ma è a questi soggetti che io dedico la maggior parte del mio tempo.
TG - Come viene accolto il tuo progetto dai tuoi soggetti?
Raffaele Montepaone - Purtroppo, con molta diffidenza, forse proprio perché siamo in Calabria e c'è una mentalità un po' restia verso queste cose, quindi devo spiegare bene a tutti perché voglio fotografarli e far loro capire che la fotografia non è solo un ricordo, ma anche dell'altro.
Negli ultimi anni però, devo dire chela situazione sta un po' cambiando, adesso sono un po' più conosciuto ed addirittura mi chiamano loro per farsi fotografare.
Coloro che sanno di poter avere dei familiari che possono essere di mio interesse mi chiamano per andare a trovarli ed io sento che questo per me è come un riconoscimento che il mio lavoro è effettivamente importante.
TG - Una volta portato a compimento questo lavoro che cosa ne vorrai fare?
Raffaele Montepaone - Penso che mi piacerebbe realizzare un libro che racconti queste storie anche se penso che in Calabria questi soggetti non si esauriranno mai.
Mi piacerebbe anche pubblicare un libro di sole mani.
TG - Hai già qualche contatto con un editore?
Raffaele Montepaone - No, non ancora, io purtroppo sono abbastanza isolato, se non ci fossero stati i social network non sarei mai arrivato fin qui, sarebbe stato troppo difficile. Ho sfruttato soprattutto Facebook, ma internet in generale, per farmi conoscere.
Anche a questo concorso sono arrivato grazie a Facebook che non è il canale giusto per farsi conoscere, però per uno come me che sta un po' lontano dai circuiti che contano questa strada s'è dimostrata essere l'unica possibilità.
TG - Tu a Vibo Valentia di che cosa ti occupi per vivere?
Raffaele Montepaone - Io a Vibo Valentia non ho un foto-negozio, ma faccio quelle cose di cui si occupano di solito i fotografi dalle mie parti, vivo di matrimoni, cerimonie, servizi, sempre col mio modo di vedere le cose, perché anche le cerimonie possono essere viste in modo particolare. Sia i matrimoni, i servizi sportivi o il reportage devono avere un'anima e catturare gli occhi di chi li guarda, altrimenti queste fotografie non avrebbero senso.
TG - In rete ho visto una tua fotografia, sempre in bianco e nero, di due bambini con una coppola in testa, di che cosa si tratta?
Raffaele Montepaone - Si tratta dei due spazzacamini, quella era una rappresentazione scolastica in cui i bambini interpretavano il ruolo dello spazzacamino e ne è uscita quella immagine bellissima a cui io tengo moltissimo.
Questa per me è la prima volta che io espongo le mie immagini in una mostra così importante e sono molto felice di questa cosa.
Io cerco di proporre le mie fotografie anche in Calabria, ma fino ad adesso non ho ancora avuto modo di presentare un mio lavoro nella mia terra. Ho partecipato in Sicilia all'Etna Fotofestival ed anche lì le mie immagini sono piaciute. Io però vorrei prima far vedere i miei lavori in Calabria perché è da lì che io vengo ed è lì che le fotografie sono state riprese.
TG - Parlando un po' di tecnica, tu sei un nativo digitale o conosci anche la pellicola?
Raffaele Montepaone - No, io nasco con la pellicola, anzi agli inizi toccavo solo la pellicola perché all'epoca facevo l'assistente fotografo, dopo di che a sedici anni mi hanno dato la mia prima reflex che era una Nikon F100 e da lì ho imparato a lavorare anche in camera oscura. Io ho trascorso tantissime notti in camera oscura, è lì che ho imparato ad amare il bianco e nero e forse per questo mi esprimo ancora adesso così.
Adesso io non stampo più e, sinceramente, non tornerei neppure ad usare la pellicola perché penso che ormai la qualità del digitale sia superiore.
Forse la stampa chimica ti da un'empatia diversa, ma io sono soddisfatto del mio stampatore che è Antonio Manta.
TG - Fotografi anche a colori?
Raffaele Montepaone - Sì, fotografo anche a colori, ma adesso è nata una piccola avventura con la Leica che settimana scorsa mi ha dato in uso una Monochrom con la quale dovrò fare un reportage durante il periodo di Expo 2015
Raffaele Montepaone, 34 anni, fotografo
Le fotografie di Raffaele esposte all'AAF sono state realizzate con Nikon D3 e Nikon D2X, lui stesso elabora i file in B/N che poi consegna in formato Tiff allo stampatore.
Orgoglio della Calabria, sono felice di essere rappresentato dall'arte e dalla cultura di questo giovane fotografo. Abbiamo bisogno di riscatto, sono convinto che il meglio di sé debba ancora darlo. Quelle mani sembrano tronchi di secolari ulivi, sei tutti noi! Grazie Raffaele a nome degli amanti dell'arte e dei meridionali tutti!
RispondiEliminagrazie infinite, le tue parole mi ripagano di tutto il tempo e i sacrifici che metto per fotografare la mia Calabria!
EliminaSei un grande! Continua così. E' un piacere vedere le tue foto e alla prima occasione visiterò una tua mostra.
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