giovedì 14 marzo 2019

L'arte non esiste più, viva l'artigianato (Arte concettuale e decadenza)

"Coloro che sono capaci di vedere oltre le ombre e le bugie della propria cultura non saranno mai capiti, tanto meno creduti, dalle masse." Platone


Il concettualismo ha ucciso l'arte Real BodiesIl Body World di Gunther von Hagens ci presenta un inquietante orribile mondo di esseri umani morti e plastificati con polimeri di silicone; difficile non pensare che questa non sia una profezia riguardante il nostro futuro.

Mi ricollego a quanto accennato nel precedente post per esporre le mie preoccupazioni per la progressiva scomparsa delle competenze tecniche per la realizzazione di opere artistiche e di pregio che richiedono conoscenze artigianali  e metodi di produzione individuale di grande tradizione.
Da alcuni anni mi sono accorto che l'arte contemporanea si sta orientando sempre più verso l'abbandono delle capacità manuali e dell'ingegno per cercare delle soluzioni che possano risolvere problematiche riconducibili alla creazione di oggetti artistici in altro modo. Si procede con il progressivo apprezzamento di un'idea che sminuisce il valore della realizzazione di un manufatto artistico, fino a conferire pregio esclusivamente ad un concetto astratto, svincolato dalla materia e dall'abilità di effettuare un lavoro manuale.
L'attuale propensione a sostituire il prodotto artistico con un "feticcio" che possa essere facilmente fabbricato per mezzo di sistemi meccanizzati o computerizzati di tipo industriale, come stampanti digitali, 3D, plastificazioni o altri macchinari  automatici, sta definitivamente dando il colpo di grazia alle eccellenze dell'artigianato di qualità, dell'arte tradizionale e delle intelligenze presenti nel nostro paese.
Ho cercato molte volte di segnalare questo problema attraverso il mio blog di varia cultura andando a intervistare artigiani e artisti che operano in maniera tradizionale e finalmente sembra che il mio messaggio sia stato recepito anche nelle alte sfere della formazione accademica.
Un tempo, l'Accademia di Belle Arti di Brera formava i suoi studenti basandosi sull'insegnamento scientifico delle 4 materie primarie: pittura, scultura, decorazione e scenografia. Gli altri corsi erano di perfezionamento a quelli appena citati.
L'Accademia, per esempio, insegnava come fare i colori e come usarli ma ora, ammesso che ne siano rimasti, è possibile trovare pittori a noi contemporanei che sappiano riprodurre l'incarnato di un volto? Immagino che oggi ben pochi siano in grado di fare una cosa del genere perché queste tecniche, sempre tramandate di generazione in generazione, dal maestro all'allievo come un sapere prezioso da custodire con molta riservatezza stanno scomparendo nell'uso e nella memoria di chi le conosce. L'allievo, oltre ad apprendere le tecniche si esercitava nel tempo fino a diventare padrone di queste conoscenze ed essere maestro a sua volta per chi sarebbe arrivato dopo di lui. La pittura, così come la scultura e le altre pratiche artistiche, è un mestiere artigianale.
Ai giorni nostri, l'arte contemporanea utilizza solo la gestualità di un individuo che progetta ciò che immagina, senza curarsi molto del risultato finale.
Platone diceva che l'arte non esiste, tutto è finzione e copia della natura. L'artista era considerato pericoloso perché allontanava l'uomo dalla politica e dalla vera visione del mondo, ma in realtà voler avvicinarsi alla perfezione della natura non deve essere considerato un delitto perché nel tentativo di riprodurre il vero ogni artista infonde la sua personalità e la propria visione del mondo, arricchendolo in qualche modo.
Lo stile di un artista o di uno scrittore nelle loro opere si formano attraverso il loro carattere di uomini felici, infelici, egoisti, generosi o quant'altro.
Anche nelle accademie di belle arti ci si sta accorgendo che ormai nessuno è più in grado di fare niente che possa essere ricondotto alle pratiche artistiche tradizionali. Tutto o quasi è stato abbandonato o dimenticato, ma i giovani hanno bisogno d'imparare qualcosa di pratico, non solo di teorico; per questo si sta recuperando l'istituzione di corsi speciali in cui intervengono gli artigiani per far vedere, ad esempio, come si lavora un affresco o di come si fa un bassorilievo.
Purtroppo, è venuto a mancare l'insegnamento di chi effettuava il lavoro. Una volta era chi aveva la bottega ed era vicino a chi ordinava i lavori che insegnava, mentre oggi ci sono insegnanti specializzati in tutt'altro che non conoscono direttamente la materia che insegnano.
Artisti come Achille Funi che prima si diplomò all'Accademia di Brera per poi dedicarsi con grande successo alla pittura, alla scultura, all'architettura, alla scenografia, all'illustrazione e alla grafica o Francesco Hayez, altro gigante della pittura internazionale fecero parte degli insegnanti dell'Accademia di Brera; ma oggi chi abbiamo? Architetti, teorici e gente sicuramente ben preparata, ma che poco hanno da trasmettere ai giovani a livello di mestiere e soluzioni pratiche.
Chi non ha una sua precisa idea sull'arte spesso va a vedere le mostre di arte contemporanea più per atto di presenza che per convinzione e quando gli si chiede cosa ne pensi di ciò che ha di fronte afferma di trovare tutto molto bello solo perché non sa cosa dire o per non fare brutta figura. Le stesse persone messe davanti ad un vero quadro riescono però a capire la differenza tra un'opera bella e ben fatta e un lavoro messo in cantiere solo per suscitare sorpresa o scandalo.
Gran parte dell'arte contemporanea sta producendo spazzatura, ma pochi affermano una cosa del genere per non andare contro il sistema dell'arte e gli interessi economici che questo genera, ma è inevitabile che la nostra società in crisi non sia in grado di mostrarci altro che lo sfacelo del tempo. L'arte come espressione anticipatrice di quello che verrà ci dà dei segnali molto importanti per farci comprendere in che tipo di mondo vivremo. Questi segnali possono anche essere intesi come la dimostrazione che la nostra è un'epoca di decadenza totale e di sfascio di valori umani e culturali.
L'artista di strada, al pari degli artisti che lavorano nei loro laboratori sentono e comunicano al mondo le trasformazioni in corso, oltre che la cattiveria e l'indifferenza che assalgono gli uomini della nostra epoca, e si esprimono con lavori di dubbio gusto che esprimono il loro modo di vedere ciò che li circonda. L'arte ci allerta e noi dobbiamo aprire bene gli occhi per capire a cosa stiamo per andare incontro.
Nel momento in cui i vecchi artisti sono quasi al di fuori di questo sistema dell'arte che propone messaggi preoccupanti, non resteranno molte possibilità per recuperare tecniche e soggetti tradizionali capaci di parlarci di un mondo in armonia con se stesso o per dare speranza al pubblico.
I giovani giustamente, a parte pochi individui congenitamente ribelli, ascoltano chi dà loro un insegnamento accademico, ma questo modo di porgere attenzione a un'arte sempre più teorica e concettuale non fa che portare alla distruzione di quello che dovrebbe aiutare a pensare e progettare una società diversa e migliore. La storia dell'arte va conosciuta e studiata attentamente per non ricadere in stereotipi già vissuti e per rendersi conto che allo stato attuale tutti criticano tutto senza proporre davvero nulla di valido.
Preferirei evitare di fare nomi o esempi, ma non ritengo che proporre cadaveri umani o animali morti come opere d'arte sia l'espressione evoluta di un mondo che ha un futuro raggiante davanti a sé.
Ancora una volta, la decadenza della nostra società ci viene annunciata dall'arte o da quello che viene definito in tal senso. TG

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