mercoledì 6 marzo 2019

L'amore al tempo dei robot (racconto)

"L'amore è la poesia dei sensi." Armando Bruzzesi

Ho il piacere di presentarvi il racconto perfetto.
Avete già avuto modo di leggere i racconti che Stefano Bacci  ha scritto in esclusiva per "Frammenti di Cultura" e so che vi sono piaciuti molto, ma ciò che leggerete tra poco vi piacerà ancora di più perché riesce a raccontare una storia originale e sorprendente in modo attuale, discreto e credibile, aprendo una finestra sul futuro delle relazioni umane che sicuramente verranno sconvolte dalle tecnologie, ma anche dalle ricerche sui sentimenti e dalle reazioni di soggetti semi-umani.
Se l'uomo è un essere semi-divino il robot diventerà sempre più un essere semi-umano, chi mi segue sa che questo è un argomento che mi tormenta da tempo e ringrazio di cuore Stefano che, pur avendo idee, convinzioni esoteriche e concezioni filosofiche diverse dalle mie, ha saputo interpretare in modo molto preciso le indicazioni che gli avevo dato come spunto per la storia che ha scritto sotto i miei occhi in meno di tre ore.
Non sto a dilungarmi ulteriormente con la presentazione di questo racconto, ma sappiate che vi trovate di fronte ad un piccolo capolavoro. TG

Toy-droid Maria di Metropolis
Maria, il Fembot della Metropolis di Fritz Lang del 1927 ci fa comprendere come l'idea di un essere umano "migliore", sessualmente attraente e disponibile sià nella mente degli uomini da molto tempo. Il disegno rielaborato in PS da TG è stato realizzato da John Paul de Quay

L'AMORE AL TEMPO DEI ROBOT
un racconto inedito di Stefano Bacci

“Basta così! D'ora in poi si fa come dice la mia amica Giò”.
Se lo ripeteva ogni 5 passi, passi svelti, decisi, seccati. Era una sorta di strano mantra che ancora le risuonava in testa, anche mentre svoltava l'ultimo angolo di strada che l'avrebbe riportata a casa dopo una camminata di oltre due chilometri.
D'altra parte, quella serata infelice non poteva durare un solo secondo di più. A costo di tornare a piedi. Tanto ormai le strade erano sicure da un pezzo. Anche di notte. Anche per una donna sola.
Le vicende raccapriccianti di cui erano infarciti gli archivi digitali del secolo precedente, il ventunesimo, erano ormai un ricordo del passato. Un asteroide o una stazione orbitante, tutt'al più un pezzo di Luna sotto vetro attendevano bulli e stalker dopo la seconda ammonizione. E l'accesso al centro-città era inesorabilmente sbarrato ai non possessori di fit-card, o a quelli che avevano subito un blocco temporaneo. Impossibile barare: gli elementi bio-termici dei tessuti degli abiti e il tele-controllo del chip che modificava in automatico la temperatura corporea avrebbero reso ogni accesso indebito ad un'area interdetta una sorta di suicidio auto-inflitto. Un metro, un grado. Un supplizio. Impossibile andare oltre.
Le Forze dell'Ordine, finalmente, potevano dedicarsi prevalentemente a redigere i verbali delle operazioni che il sofisticato Security-System a prova di hacker disbrigava in automatico, con un margine di errore statistico inferiore all'uno su 400.000 casi trattati.
Certo, non si poteva mai escludere un accesso improvviso di rabbia, di voluttà distorta, di aggressività fuori controllo, ma gli standard della convivenza civile si erano talmente elevati, almeno nei livelli superiori regolati da accessi super-verificati e riservati solo ad utenti-modello, che il rischio di una sortita solitaria notturna era minimo anche per una giovane donna avvenente e in abiti sexy com'era Lou quella sera.
Nei livelli inferiori l'orchestra suonava tutta un'altra musica, ma chi ci sarebbe mai andato, potendo farne a meno? Certo, c'è sempre chi preferisce uscire di casa e andare a pisciare agli urinatoi degli Autogrill invece che nel comodo bagno riscaldato di casa propria, ma l'importante era che non potesse avvenire il contrario. E in effetti nessun pisciatore da autogrill poteva accedere ai bagni caldi. Tutto il resto era libero arbitrio. Vuoi? Puoi? Vai! Vuoi ma non puoi? Stop o sono guai! Puoi ma non ti va? Resta a casa, ne hai facoltà! L'importante è che tu abbia almeno 12.500 punti sulla card. Certo, un bel po' di quei punti era legato al censo, al reddito, al patrimonio di famiglia, ma non c'erano dubbi su quanto un comportamento socialmente virtuoso e pienamente ispezionabile agevolasse la scalata agli accessi consentiti. Anche ai non-ricchi, purché ligi.
Ad ogni modo, Lou chiuse in fretta questa breve digressione sul passato e sui raffronti col presente; e nel presente tornò a pensare, imbufalita, all'ultima chiacchierata con Giò, la sua migliore amica, o quantomeno l'unica autorizzata a trattarla da cretina quando non fosse proprio possibile esimersi dal farlo. E dall'ultima volta erano passate meno di 24 ore.
“Tu ssì sciema, Lou!” le diceva col suo leggero accento napoletano che sbucava sempre fuori solo su alcune parole e modi di dire “Ancora che ti ostini a cercare l'oro nel Klondyke a colpi di piccone quando i filoni sono esauriti, esauritissimi da decenni? E ignori il platino a portata di mano, copioso, gratuito?”
“No, Giò, no...perlamordiddio i Toy-droid no! Piuttosto mi faccio monaca”
“Ma quale monaca? Schiava dei sensi sei, a chi vuoi darla a bere, tu? Non a me! Raccontalo a quella gatta morta della Sonia che tu puoi stare lontana dal maschio quanto ti pare e piace... io però ti vedo che dopo due bollicine fai già gli occhi dolci a metà dell'universo in pantaloni, Monella che non sei altro”
E ridevano come matte, le due amiche. Ridevano e parlavano. Questioni leggere e faccende elevate. Non faceva una grande differenza. Non si giudicavano mai e questo aiutava la franchezza. Non è una dote particolarmente inflazionata nelle relazioni amicali femminili. Ma loro due facevano eccezione. Non se ne rendevano nemmeno pienamente conto, ma agivano di conseguenza. E la loro amicizia cresceva in qualità, come il livello di confidenza reciproca.
“Dai, Giò... non mi ci vedo proprio con un Toy-droid, quella specie di cicisbei col coso fra le gambe che sembra vero e che si ricaricano mentre sembra che dormono. No, Dio mio, che orrore, no!”
“Ma lo vedi che sei una causa perduta? Non sembra vero: È vero, reattivo, palpitante come fosse in vera carne. Ma poi, te l'ho già detto: fosse solo una questione del “coso, lì”, come lo chiami te che sembri la Verginella dell'Assunta quando ti metti a parlare di uomini. È tutto il resto che funziona a meraviglia! E più passa il tempo, più i nuovi modelli sono economici, facili da programmare, flessibili, user-friendly e poliedrici. Ma dico io: come puoi ancora andartela a rischiare con un maschio "naturale"? Ma non lo vedi come sono ridotti, ormai? Dei manichini manierati, ecco cosa sono! Già che sono in crisi di identità da cent'anni, e bisex, e trisex, asceti, mistici, inappetenti, incerti, discontinui e confusi, e monogami fino all'esasperazione e all'appiccicume; o sennò fijidenamignotta che fanno gli smorfiosi con te e poi whatsappano con le ultime 13 ex in chat-conference 24 ore su 24.
E comunque, se proprio ci tieni, l'ultima linea di Toy-droid propone una serie di androidi sessuati talmente complessa e articolata che per le fuori di cervello come te è possibile programmare perfino la modalità “sfuggente”, oppure “mordi-e-fuggi” o addirittura “bandito vero”. L'ideale per quelle romanticone che sognano la storia contorta e conflittuale, tutta passione e Sturm-und-Drang e tira e molla e in amor vince chi fugge. E costano 45 Debiti, la metà che in passato!”
“Ma se lo sai che sei tu che hai programmato il droide, mi dici che gusto c'è?”
“E perché invece non provi tu a dirmi che gusto c'è a riprovarci per l'ennesima volta con un altro fenomeno in carne ed ossa come questo Adam che ti aspetta domani sera in tutto il suo splendore seriale di maschio ligio agli standard per i 12.500 punti? Te lo dico io? Vuoi che te lo dica prima? Okay. Ecco qua: cenetta romantica, blablabla io di qui, io di là, io diverso, io uguale, io, io, io io,... invece tu... tu speciale, tu bellissima, tu come fosse la prima volta che guardo una donna negli occhi, tu, tu, tu, tu, tuttuttutttuttuù... Occupato! Sì, perché 'sto Adam magari ha moglie e figli, o la morosa, e t'ha intortato tanto per variare sul tema. Questo non toglie punti, lo sai. Oppure è single davvero e allora chiediti: ma un motivo ci sarà, se questa perla rara ancora non se l'è presa nessuno!”
“Dai, Giò... non va sempre così... non essere cinica. Meglio giocarsela dal vivo e rischiare la sconfitta ingloriosa, piuttosto che vincere perché hai taroccato la partita e hai già scritto il finale”
“Non è così! Non è affatto così, carissima. Ti sbagli, Lou! Forse una volta era così; ma i nuovi programmi sono IN-CRE-DI-BI-LI. Puoi scegliere perfino il livello di preparazione scolastica, accademica, universitaria e di competenza professionale del tuo Toy-droid in oltre 15 settori del sapere umano diversi. E puoi predeterminare non solo gli argomenti che affronterà, ma la quantità di interazione, la disponibilità all'ascolto, il livello di attenzione, la percentuale di risposte random e off-topic. Può perfino andarsene da solo in giro per il mondo per qualche ora al giorno e mantiene la memoria di ciò che vede, dice, ascolta e fa. E non sei tu a immettere i contenuti, ma un bacino enorme di macro-dati e di infinite ramificazioni che il tuo bello attinge continuamente da clouds appositamente pensate per lui. Lo vuoi abbastanza esperto di cinema, negato di arte contemporanea e imbattibile sulla storia dell'Africa sub-sahariana? Puoi! Vuoi un musicista? Un rozzo camionista con la passione del Rock sudista USA di 140 anni fa? Voilà! Ti intriga un romantico silenzioso o un interlocutore intellettualmente aggressivo, con la possibilità di mixare fino ad una certa percentuale i due fattori nella stessa serata? Cristo, Lou! È... è un'esperienza totalmente appagante. Prova, no? Ma che ti costa!”
“Niet, vecchia cinica disillusa che non sei altro. Io i miei Principi Azzurri li voglio vivi e vegeti, eroi incerti che rischiano la loro vita vera per me. Dei super-eroi surrogati della Marvel 2.0 in similpelle umana non so che farmene”
“I surrogati, dici... Mah: i surrogati a me ormai sembrano quei bellimbusti con cui ti ostini ad uscire. Tutti seriali, fatti con lo stampino, in fissa con i punti della fit-card necessari per avere accesso ai migliori locali della movida e alle palestre più fighe; mediamente palestrati, mediamente istruiti, mediamente impegnati, mediamente perversi, mediamente impicciati con ex e figli di primi e secondi letti, mediamente impotenti raddrizzati dal Chalis, mediamente stressati, mediamente informati, impauriti dalle donne e dal futuro, dalla vecchiaia e dalla morte, dalle figuracce e dalle loro stesse paure. Guarda: invidio mia nonna che ha passato mezza vita a maledire il nonno perché era brusco, poco cavaliere e faceva battutacce goliardiche da osteria che oggi costerebbero 1.000 punti-carta e 10 Debiti di multa se fatte in pubblico. Ma perlomeno si sono appolpati come ragazzini per 35 anni. Oggi che abbiamo? Dei Ken politicamente corretti e mai eversivi, esplosivi, imprevedibili”
“Ma perlomeno sono vivi, Giò! Vivi! Ma come fai a non capire? Se ci fai l'amore come Dio comanda ti si addormentano accanto col sorriso da orecchio a orecchio e la mattina dopo ti portano pure la colazione a letto e...”
“Alt! Ti fermo subito, tanto perché tu capisca. Willy, il mio attuale Toy-droid, se è per questo, mi fa trovare una poesia di qualche promettente artista del terzo mondo, famoso o emergente che sia, sotto il piattino del pane e miele, al mattino. E se a cena abbiamo mangiato troppo, la notte russa e ha l'alito che sa di vino. Profuma di maschio, in tutte le varianti realistiche del caso, after-sex compreso. Si rade per non lasciare che gli cresca un barbone della madonna e va pure in bagno a fare i suoi bisogni. Lou, credimi: la tua è una causa persa. Oramai non c'è più limite a ciò che un droide sessuato può fare. Tanto più che la riproduzione umana ormai avviene in modalità del tutto off-sex da 40 anni.
Comunque, se proprio ci tieni tanto ai tuoi incerti eroi mortali in carne ed ossa, bene: Willy può essere come loro, se proprio è quello che vuoi. Basta programmarlo sulle decine di variazioni del tema 'mainstream', tutte personalizzabili e integrabili, mentre il tuo Adam te lo prendi così come viene. E se provi a migliorarlo ti mette pure il broncio e fa lo stizzito. E se ne torna da mammà, che tanto ci scommetterei che quello vive ancora con mammà.
Poi, anche il sesso, guarda... Quando si arriva al dunque, neanche t'immagini i numeri: intanto puoi programmare la modalità “Sorprendimi”, oppure andare sul sicuro sulla base di come ti sconfinfera in quel particolare momento. Vuoi l'intrigo, l'atmosfera raffinata, cerebrale? O sei per un assalto all'arma bianca? Botta di passione o lunghi preliminari? Serata no-penetration? Evvai! Postludio con massaggi o con la classica botta refrattaria maschile? E quanto vuoi che resti 'fuori-uso'? Vuoi la maratonina fino alle luci dell'alba? E maratonina sia! Nessun dettaglio lasciato al caso: realismo 100% in ogni particolare. E mai, dico mai che tu debba metterti lì a cavillare, a questionare con i 'No, dai, aspetta, non ora, piano, dai, che aspetti, ma...'. A meno che non sia tu a volerlo, ovvio. In tal caso basta entrare nell'area della distonia nel main menù e stabilirne il range. Non c'è gara, Lou, credimi”
“Non mi hai convinta, Giò. Nada! Niente da fare. Vado avanti all'antica”
“Ne riparliamo dopodomani, illusa sentimentale che non sei altro!”
E la discussone era finita in risate e brindisi e promesse di futuri aggiornamenti.
“D'ora in avanti si dà retta a Giò, puoi scommetterci”.
Un'altra partita persa, stavolta per abbandono della Regina.
L'ennesimo tipo deludente, o meglio, al di sotto delle aspettative.
L'aveva intrigata mettendola a fuoco bene, o almeno questo a lei era parso, in una serata parecchio affollata a casa di Nino. E di cacciatrici speranzose ce n'era più d'una, in giro. Alcune anche tutt'altro che da buttare, sotto tutti i punti di vista, merce esposta inclusa. Invece lui le aveva fatto un filo soft, sincero, apparentemente disinteressato al rapido epilogo hot.
Ma ora... Serata da buttare. Lui? 80% cliché auto-riferito, 20% terrore. Terrore puro. Di non colpire, di non sfornare salaci commenti, di non intrigare. Quel filo di magia dell'incontro casuale svanito nella prefigurazione e nell'evidente preparativo all'epilogo.
Ma quale epilogo? Al primo approccio fuori-tempo dentro la macchina ancora parcheggiata, al primo frettoloso, dovuto accenno a “qualcosa di erotico” che presupponeva la modalità “lo so che alla fine ti piace un po' prepotente” totalmente avulso dal contesto non restava che ritrarsi da quell'erezione incerta esibita a sproposito, salutare, lamentare un'indisposizione, “ho bisogno di fare 4 passi a piedi, dico davvero, no problems” e “magari ci risentiamo” e ringrazia il tuo Dio che ho risparmiato alla tua protesi fallica a 4 ruote l'onta della sportellata, coglione.
Domani avrebbe chiamato Giò, avrebbe steso il rapporto generale (per i dettagli c'era tempo) e le avrebbe chiesto di accompagnarla al centro commerciale che faceva le offerte dei Toy-droid di ultima generazione.
Domani, però.
Ora l'imperativo era: dormire.
E in un batter d'occhio Lou è già sotto le coperte.
Non sente Alex entrare in camera, non lo vede alzare la coperta, né cercare qualcosa all'altezza della sua milza; non si accorge dello sportellino inatteso che si apre sul suo fianco, né del connettore che l'uomo inserisce nella presa per la carica delle batterie. Non ha alcuna cognizione del mini-disco che lui estrae da un chissà dove del suo corpo perfettamente identico a quello di una donna vera, né dell'area assorta con la quale si mette a visionare i diversi punti di vista immortalati dalle sue camere di sistema, opportunamente personalizzate. Non lo vede iniziare a masturbarsi, né intuisce, e come potrebbe, del resto, i suoi pensieri, che, se avesse il potere di intuire, suonerebbero più o meno così: “Ho fatto bene a settarla in modalità “rifiuto ai preliminari”, tanto lo sapevo che quel cazzo moscio di Adam non mi avrebbe fatto vedere granché. La prossima volta, però, la setto in modalità “porca” e gliene faccio prendere due o tre insieme. You Porn sarà roba da educande, in confronto. 100% reality, poi”. E continuò a masturbarsi, più pregustando la prossima clip da realizzare che per ciò che distrattamente sbirciava sul monitor. Fino all'epilogo, che precedette di pochi minuti la sua resa fra le braccia di Morfeo.

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