È vero che si leggono e si comprano meno libri, ma l'amore per la carta stampata esiste ancora e sono tante le persone che sanno apprezzare un prodotto editoriale particolare come il libro fotografico.
Tempo fa ho voluto vedere se sarei riuscito a incontrare nuovamente David LaChapelle, ma la folla fuori dalla libreria dove venivano presentati i suoi nuovi "cataloghi" mi ha preso totalmente alla sprovvista dissuadendomi dall'impresa; ho così dirottato il mio interesse su una coppia di compratori per farmi spiegare da loro il motivo del successo di queste pubblicazioni.
Sabato 25 novembre 2017, Angela Coviello e Davide D'Ambrosio, due appassionati di fotografia, cinema e arte, hanno acquistato il libro doppio di David LaChapelle, un catalogo delle sue fotografie pubblicate negli ultimi anni.
Tempo fa ho voluto vedere se sarei riuscito a incontrare nuovamente David LaChapelle, ma la folla fuori dalla libreria dove venivano presentati i suoi nuovi "cataloghi" mi ha preso totalmente alla sprovvista dissuadendomi dall'impresa; ho così dirottato il mio interesse su una coppia di compratori per farmi spiegare da loro il motivo del successo di queste pubblicazioni.
Angela Coviello e Davide D'Ambrosio appena usciti dalla libreria estraggono i loro libri cult dalla busta di carta per assaporarne il contatto fisico e dare una prima occhiata alle fotografie di David Lachapelle. Tony Graffio ha importunato i due collezionisti proprio in questo momento intimo.
Sabato 25 novembre 2017, Angela Coviello e Davide D'Ambrosio, due appassionati di fotografia, cinema e arte, hanno acquistato il libro doppio di David LaChapelle, un catalogo delle sue fotografie pubblicate negli ultimi anni.
I due amici sono rimasti diligentemente in coda fuori dal negozio della casa editrice tedesca Taschen fin dalle ore 16,30 circa per poter entrare verso le 18,40 circa. Io li ho incontrati all'uscita, dopo che hanno effettuato i loro acquisti, ed ho potuto constatare quanto fossero soddisfatti e contenti per essere riusciti a parlare con l'artista americano e aver scattato un paio di fotografie ricordo insieme a lui.
Ho deciso di raccontare di questo evento a distanza di tempo per non dar troppa risonanza alla cosa, ma in effetti non capita spesso di vedere ammassarsi persone che desiderano fare acquisti di libri di fotografia o libri d'arte, pertanto la situazione mi ha incuriosito ed ho cercato di capire cosa possa aver smosso queste persone.
Anche in altre occasioni, a Milano, era accorsa una gran folla per poter vedere e parlare con fotografi molto noti.
Era il 20 ottobre 2017 quando veniva presentata la mostra: "Un deserto in fiamme" ed è stato possibile ascoltare la conferenza di Sebastião Salgado nella galleria di via Meravigli, dove si affaccia la Fondazione Forma Meravigli. Anche in quel caso Angela e Davide erano interessati ad incontrare il fotografo brasiliano, ma quel giorno sono stati meno fortunati, non hanno parlato con Salgado, hanno però visto la mostra.
I nostri amici sono invece riusciti a incontrare Nan Goldin alla Triennale in occasione della sua mostra/proiezione di 45 minuti: "Ballad of sexual dependency", sempre nell'autunno del 2017.
Era il 20 ottobre 2017 quando veniva presentata la mostra: "Un deserto in fiamme" ed è stato possibile ascoltare la conferenza di Sebastião Salgado nella galleria di via Meravigli, dove si affaccia la Fondazione Forma Meravigli. Anche in quel caso Angela e Davide erano interessati ad incontrare il fotografo brasiliano, ma quel giorno sono stati meno fortunati, non hanno parlato con Salgado, hanno però visto la mostra.
I nostri amici sono invece riusciti a incontrare Nan Goldin alla Triennale in occasione della sua mostra/proiezione di 45 minuti: "Ballad of sexual dependency", sempre nell'autunno del 2017.
La fotografia affascina i milanesi e non solo loro; forse quello che spinge il pubblico ad incontrare gli artisti preferiti è l'emozione di trovarsi faccia a faccia con qualcuno che sia universalmente riconosciuto come un maestro della fotografia e che possibilmente sia anche un personaggio di fama internazionale.
Dal mio dialogo con gli appassionati è emerso che LaChapelle ha un po' il fascino di Andy Warhol perché è eccentrico, ha un suo stile particolare ed è sempre a stretto contatto con i divi Hollywoodiani.
Fa un po' specie parlare di divi in un'epoca in cui il pubblico ha avuto tutto il tempo per potersi abituare ai media di massa, come il cinema, la televisione e la carta stampata, ma evidentemente permane il bisogno ancestrale di voler mitizzare qualcuno, forse per poter constatare che c'è chi conduce una vita mondana agiata, interessante che lo colloca al centro dell'attenzione dello star system dell'arte e ce l'ha fatta a distinguersi dagli altri per diventare un'icona della cultura Pop, se non addirittura di un coloratissimo e sgargiante Hyper-Pop, come afferma a ragion veduta Davide D'Ambrosio.
Casualmente, cercando di fotografare col telefonino David LaChapelle, ho ripreso Angela Coviello sorridente accanto all'artista americano.
Gli artisti americani riescono a proporci una dimensione coinvolgente, trascinante e felice di un mondo in cui nessuno vuole invecchiare per restare un eterno consumatore di beni d'ogni tipo.
Milano riesce a offrire una buona varietà di mostre di autori molto conosciuti ed esaudisce il desiderio del pubblico di avere un contatto diretto con i propri idoli. Davide mi dice che alcuni anni fa alla galleria Giò Marconi è riuscito a conoscere anche Helmut Newton ed è molto orgoglioso di questo suo incontro. Frequenta anche la galleria Sozzani dove ha visto altri personaggi del suo immaginario culturale e mi conferma che la nostra città è una piazza interessante per fare incontri, seguire gli eventi del momento e sognare di poter far parte della società che conta.
Angela e Davide sono veri appassionati di fotografia e mi confidano che anche se non avessero avuto modo d'incontrare LaChapelle avrebbero ugualmente acquistato il doppio catalogo: Lost + Foud (prima parte) e Good News (seconda parte), perché da tempo collezionano libri di Mapplethorpe, Richard Avedon, Edward Weston e tanti altri fotografi.
Angela la pensa come Davide, ma poi Davide si lascia andare e mi confessa che per lui il libro fotografico di culto è anche un oggetto da ostentare e che arreda la casa.
Qui, a mio avviso, ricadiamo in quella forma di feticismo che era riuscita a creare il Calendario Pirelli, per chi vuole sentirsi un Vip, anche se adesso i libri bisogna pagarli; difficilmente si riesce ad averli in omaggio dall'autore o dal'editore...
Qui, a mio avviso, ricadiamo in quella forma di feticismo che era riuscita a creare il Calendario Pirelli, per chi vuole sentirsi un Vip, anche se adesso i libri bisogna pagarli; difficilmente si riesce ad averli in omaggio dall'autore o dal'editore...
Un libro d'arte si declina in innumerevoli sfumature, non è solo un'icona da sfogliare, leggere e contemplare con gli occhi e con la mente.
Angela è d'accordo con Davide, anche lei apprezza la stampa di qualità e di dimensioni generose che si propone con un giusto equilibrio tra prezzo-immagini e qualità.
Sollecitati da me a citare qualche fotografo italiano, mi indicano tra i loro preferiti Scianna, Mimmo Pintacuda, Ghirri e Giacomelli: a questo punto posso tornare a casa soddisfatto anch'io, dopo aver costatato che la fotografia sta davvero diventando una forma d'espressione importante e popolare dell'arte contemporanea. TG
La lunga coda degli appassionati di fotografia fuori dal negozio di vi Meravigli, 17. Per entrare a comprare il libro di David LaChapelle c'era chi aspettava da dietro l'angolo di via Santa Maria alla Porta, a Milano.
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