giovedì 29 novembre 2018

8 domande ai Janaki's Palace


Li abbiamo visti ed ascoltati al 29° Psych Out Festival e ci sono piaciuti molto; adesso conosciamoli meglio con 8 rapide domande. TG

Janaki's Palace

Ciao a tutti, siamo un piccolo gruppo di Borgomanero (un paesello vicino a Novara), ci chiamiamo Janaki's Palace.

1 - Quanto è difficile suonare in Italia il Vostro genere musicale e quanto interesse c'è da parte del pubblico e dei discografici per la musica originale e i brani inediti made in Italy?
Bella domanda, potremmo rimanere a parlarne per almeno una mezz'oretta.
Partiamo dalla provincia (che è anche da dove veniamo noi): nella nostra zona è abbastanza difficile riuscire a suonare brani inediti e ottenere un buon feedback da parte del pubblico per due semplici motivi, l'inglese non è immediato e i gruppi indipendenti sono un'incognita economica se messi a confronto con le cover band
I grandi locali ospitano praticamente solo tributi consci del fatto che avranno un'entrata sicura, ma per carità, guardando ciò dal punto di vista di un gestore che deve mandare avanti un'attività, il discorso fila perché in zona non c'è un vero e proprio interesse nei confronti di band con canzoni proprie.
Per questo ormai suoniamo solo in città, la gente è più curiosa, anche se magari è orientata verso altri generi musicali completamente diversi.
Mentre per quanto riguarda discografici & Co., oggi, in Italia la trap e l'Indie pop sono sulla cresta dell'onda, chi lavora professionalmente nell'industria musicale è incline a ricercare qualcuno più affine a quei canoni per un fatto di mercato.
Realtà più underground (ad esempio etichette indipendenti) sono aperte a progetti strambi e/o fuori dal comune anche in lingua inglese, perché non devono fare enormi investimenti economici.

2 - Di che cosa parlano i Vostri testi e perché?
Principalmente esprimono situazioni, sentimenti, stati d'animo ed esperienze che non sarei capace di descrivere in una qualsiasi conversazione. A volte, invece, sono molto diretti; in ogni caso è sempre bello lasciare spazio ad un'interpretazione personale. 
Per esempio, tutti conosciamo il colore “blu” ma, nella mia testa, si figura in modo più chiaro o più scuro di come Voi lo stiate immaginando; nonostante ciò lo identifichiamo con la stessa parola, “blu”.

3 - Che cosa ne pensate della musica psichedelica e perché avete fatto la scelta di suonare questo genere di musica?
Non è stata una vera e propria scelta, è stata una (fortunata) conseguenza.
All'inizio suonavamo Garage Rock à la The Strokes, Libertines, Arctic Monkeys (quelli del 2006/07), ecc. risultando una copia dei gruppi elencati, ma senza la loro carica.
Dopo un po' di tempo è comparsa una nuova canzone totalmente diversa dal repertorio e ciò ha permesso di valorizzare a pieno la bella voce di Chiara (cantante & chitarrista) e di andare oltre i powerchords, le chitarre troppo distorte e il divieto assoluto di usare tastiere.
A quel punto tutto ha preso sempre più forma in un genere onirico che non sapremmo definire ma, per non complicarci la vita, chiamiamolo psichedelia. La musica psichedelica è un territorio talmente vasto di idee che ci permette di ritagliare uno spazio per sperimentare e fondere diversi elementi, è questo il punto a suo favore... e poi c’è il riverbero che rende tutto più magico.

4 - In che contesto Vi piacerebbe suonare (festival, locale, città, eccetera) e perché?
Per quanto riguarda Torino. sarebbe magnifico riuscire a suonare in posti come il BLAH BLAH, I Murazzi Del Po, Astoria, Spazio 211, sono fighissimi, c'è una bella atmosfera. Abbiamo avuto la fortuna di suonare al Bunker grazie a Psych Out e all'Off Topic grazie ad un altro festival di questa città, _reset Festival.
A Milano ci sono il Santeria Social Club e il celeberrimo Magnolia dove si svolge il MiAmi, sarebbe un mezzo sogno riuscire ad avere uno slot lì a quel festival o comunque poter suonare in questi locali/spazi in apertura a qualche artista.
A Bologna c'è Il Covo, a Ravenna il Bronson, a Firenze il Glue, a Roma il Monk, a Misano Adriatico il Wave… Insomma, ce ne sono troppi, sicuramente ne manca qualcuno e sono tutti luoghi che ti fanno pensare: "Caspita, sarebbe strano ed incredibile poter suonare lì, lì si esibisce gente seria".
Stesso discorso per i festival italiani, ci sono realtà preziose come il Todays Festival, Home Festival, AMA Music Festival, MiAmi, Siren Festival, Ypsigrock, ecc. e sono solo i primi che ci vengono in mente. È come sottolineare l'ovvio, ma fare parte della line up di questi eventi sarebbe... non so, in inglese si dice “mindblowing” e non sapremmo come tradurlo in italiano. 
Più che altro facciamo musica che è un'ode all'Estate ed esibirsi in queste occasioni sarebbe una cornice perfetta.
Ci sarebbero, ovviamente, anche locali all'estero e festival esteri ma la lista diventerebbe davvero troppo lunga e noiosa.

5 - Come avete scelto i suoni per il Vostro tipo di musica e perché?
La definizione perfetta è: "prendere il suono pop di Kylie Minogue, farlo passare dentro un vibrafono, un sassofono o una tromba e intingere il risultato nell'acido lisergico”.
Vogliamo creare musica da ascoltare in macchina quando si fanno lunghi viaggi al tramonto o alle prime ore del mattino, preferibilmente in Primavera o in Estate.
Per fare ciò cerchiamo delle linee melodiche efficaci, chitarre sognanti (riverbero, chorus, delay, pitch shifter) e soprattutto accordi jazz, quelli hanno un suono indescrivibile.

6 - Parlatemi dell'esperienza che avete avuto allo Psych Out. Cosa c'è stato di positivo e di negativo? È andata come Ve l'aspettavate oppure no? Consigliereste ai Vostri amici di suonare allo Psych Out? Che gruppo raccomandereste a Giampo Coppa di ingaggiare per il supermegafestival del prossimo anno per celebrare adeguatamente i 30 anni dello Psych Out?
Allo Psych Out è stato tutto una bomba!
Era la prima volta che partecipavamo ad un festival di psichedelia ed è stato come vincere alla lotteria. Quando suoniamo in giro portiamo sempre una chiavetta contente un video di circa un'ora di giochi di luce (grazie “Ed's Amazing Liquid Light Show”, tu non ci conosci ma grazie di cuore) ed è stato pazzesco non doverla usare perché c'era già qualcuno che smanettava dal vivo con olio, piatti e colori proiettati su di noi. C'è stato un bel feedback da parte del pubblico, in più Giampo e lo staff ci hanno trattato come delle rockstar, sul serio!
Ovviamente, consigliamo caldamente a qualsiasi gruppo psichedelico di suonare qui, gente tranquilla e cool, mercatini con vestiti 60's e giochi di luce dal vivo, che vuoi di più?
Mentre, parlando della trentesima edizione di Psych Out, c'è un tipo strambo di Cambridge che scrive canzoni riguardo a gnomi, un gatto di nome Lucifero ed è in fissa con la sua bici e con lo spazio, non ricordo bene il suo nome ma, se non sbaglio, suona o suonava in un gruppo che c'entra con il colore rosa… :-)

7 - Ditemi quello che volete...
Tagliati i capelli da solo, fai attenzione alle forbici, usa uno specchio e, se tutto va bene, ti sentirai molto soddisfatto!

8 - Quale ritenete che sia la Vostra canzone più bella e l'album che preferite, o che consigliate assolutamente di comprare a chi non ha avuto modo di conoscerVi approfonditamente?
Siamo giovani, è ancora presto per parlare di un album.
Il brano di chiusura della nostra prossima demo si intitola "Reflections", ecco, è una canzone importante ed è giusto che sia anche l'omega delle nostre esibizioni dal vivo. Ci piace molto in generale e ci piace suonarla, è liberatoria.
Reflections è il ritratto di un'autoflagellazione, del momento in cui prendi coscienza delle reali conseguenze delle tue scelte ed esse ti piombano addosso all'improvviso. Ciò che provi è un'oscillazione fra il senso di colpa e l'immaturità. Ma è meglio non rivelare troppo, è bene che ognuno abbia una propria interpretazione riguardo al testo.
A tutti i nostri concerti potrete trovare la demo che metteremo fuori questo inverno, è stata registrata, mixata e prodotta interamente da noi.



Nessun commento:

Posta un commento