Intervista un po' surreale effettuata ieri sera all'inaugurazione di No Land Frequencies di Mattia Turco alla The Don Gallery.
Le frequenze di Mattia Turco, nel dettaglio si può osservare bene la sottrazione di materia pittorica.
Tony Graffio: Ciao Mattia, piacere di conoscerti, sono Tony Graffio, uno semisconosciuto blogger underground milanese...
Mattia Turco: Mattia, tanto piacere.
TG: Ti andrebbe di raccontarmi qualcosa della tua arte?
MT: Sì, i lavori che ho portato qui in mostra sono legati ad una ricerca di frequenze, diciamo...
TG: Frequenze sonore? O visive?
MT: Emozionali, direi. Frequenze interiori. Alcuni lavori sono molto sfocati perché è come se fossero legati ad una frequenza più cruda, poi io coprendole e sottraendo vado a ricercare una frequenza molto più dettagliata e definita.
TG: Cosa intendi dire con: sottraendo?
MT: Alcuni lavori sono a sottrazione...
TG: Cioè, parti dal bianco e togli colore?
MT: Parto dal colore, copro e... tolgo.
TG: Riesci a spiegarmi meglio questo passaggio?
MT: E va beh, ma che cosa ti devo spiegare?
TG: (Risata) Allora facciamo atto di fede e crediamo a quello che ci dici?
TG: Ok, dai proviamo con domande più semplici: quanti anni hai? Quando hai iniziato? Da dove vieni?
MT: Ho 31 anni, dipingo da quando ne avevo circa 10, quindi quasi sempre. Non ho mai frequentato scuole e ho sempre sperimentato per conto mio. Ho frequentato artisti che mi hanno dato e regalato esperienze. Sono piemontese e vengo da Fossano in provincia di Cuneo. Vivo a Milano da 10 anni.
TG: Qual è il messaggio della tua arte? Che cosa vuoi dirci con queste frequenze?
MT: Queste frequenze sono come degli still di frequenze emozionali.
TG: Dei frame?
MT: Sì, dei frame rubati a delle frequenze... Il discorso verte anche sul fatto che ogni pixel è legato alla mappa del cielo ed è una galassia a sé stante. Questo discorso è legato all'inverso ad un Universo interiore in cui cercare delle frequenze radio-emotive di un proprio inconscio.
TG: Quindi stiamo parlando di qualcosa di emozionale e spontaneo?
MT: Sì, sono tutti lavori di un punto della mia ricerca in cui ho scelto di fidarmi di un flusso di coscienza e fissarne alcune tappe.
TG: Bello questo tuo modo di accostare i colori dei "pixel" al nero.
MT: Eh sì, il nero è parte integrante del mio lavoro da un bel po' di tempo.
TG: Lasci sempre intravedere una speranza, un colore che filtra dal buio...
MT: Sì, come un vuoto da riempire.
TG: Posso farti una foto?
MT: Volentieri.
TG: Dove hai il tuo studio?
MT: All'Ortica, vicino a Lambrate.
TG: È la tua prima personale?
MT: Sì, ho fatto altre mostre, ma questa è la mia prima personale.
TG: Se vi siete persi qualcosa, ve lo faccio spiegare meglio da Giacomo Spazio che ha scritto il testo di presentazione di questa mostra.
Mattia Turco
"No Land Frequencies"
Nato nel 1987,Mattia Turco si distingue in giovanissima età nell'arte dello skateboarding. Nel 2002 nasce la sua leggenda di "cometa" dello skate. Diventa un professionista,ma snobba la competizione fine a sé stessa. Nello stesso tempo lascia il segno in questa disciplina per il suo modo atipico di usare la tavola da skate, sotto ai suoi piedi assume la forma di uno strumento "artistico"che va ad incidere e a ricreare la superficie e di conseguenza lo spazio urbano della città.
Per Mattia, che dipinge da quando era bambino, l'arte dello skateboarding è astrazione pura, un modo per lasciare un segno non ancora codificato al centro dell'universo,ma che è nello stesso tempo l'espressione più pura della sua ricerca interiore che ha come punto focale lo spazio nella su duplice accezione,interna ed esterno. Una ricerca naturale che pone in primo piano la luce e la vibrazione del colore al centro della (sua) pittura. Una pittura astratta che Mattia realizza per sottrazione materica, in cui come nell'Universo, non c'è inizio, né fine.
PS
"No Land Frequencies" oltre alla serie di quadri è anche un bellissimo video d'arte che Mattia Turco ha realizzato in super 8 e intervenendo in un secondo tempo direttamente sulla pellicola ridisegnandola con un taglierino. Il video è realizzato con l'aiuto alla fotografia di Marco Proserpio e al suono di Matteo Pansana.
Alla: The Don Gallery, Via Cola Montano n. 15 - Milano, probabilmente su appuntamento telefonando allo 335 743 9985.
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