mercoledì 3 ottobre 2018

Spugna al Gommafestival (Tommaso Di Spigna fumettista)

Un volto che ricorda un po' Andrea Pazienza, un tratto apparentemente grezzo, ma molto studiato, storie di sotto-mondi poco raccomandabili che lasciano in noi il desiderio di vivere più intensamente le nostre vite; Spugna sa affascinarci sia con i pennarelli in mano, sia quando ci racconta le motivazioni che lo hanno spinto a diventare un fumettista Underground contro tutti e tutto. TG

Spugna Tommaso Di Spigna
Spugna (al centro) al Gommafestival 2018 in compagnia di due amici

Tony Graffio: Spugna, raccontami tutto quello che hai voglia di dirmi.

Spugna: Principalmente, da qualche anno mi occupo di fumetti. Ho pubblicato un paio di volumi con due diversi editori: il primo è: "Una brutta storia", pubblicato nel 2014 con GRRRZ Comic Art Books, un editore genovese. Qui, si parlava di botte marinaresche e incontri di lotta clandestina con un risvolto body-horror... È disegnato in bianco e nero. 
Nel 2017 invece è uscito un fantasy-postapocalittico a colori che si chiama "The Rust Kingdom". Pubblicato da Hollow Press di Termoli. Le mie storie parlano di trasformazioni e deformità e contengono una forte componente d'azione e violenza.

TG: Quanti anni hai?

Spugna: Ho 29 anni, sono nato a Brescia, ma ho sempre vissuto a Milano e disegnato. Dopo il Liceo Artistico ho frequentato la Scuola del Fumetto di via Savona. Possiamo dire che bazzico l'ambiente del fumetto dal 2011. A furia di dai e dai sono riuscito a fare qualcosa.

TG: Ti occupi più di fumetto o illustrazione?

Spugna: Anche se ci metto molto meno a fare un'illustrazione che un fumetto, ovviamente, preferisco disegnare fumetti e mi sento più fumettista, perché questa è la cosa che mi interessa e che amo fare di più.

TG: Hai iniziato a pubblicare su fanzine?

Spugna: Sì, ho fatto diverse cose. Ho iniziato anche con un progetto editoriale indipendente che si chiamava Lucha Libre che abbiamo portato ad un sacco di fiere in giro per l'Italia e che era un progetto auto-prodotto e auto-distribuito. Non era un fumetto, ma una rivista di critica illustrata. Ho partecipato a svariate fanzine con diversi collettivi, negli ultimi anni.

TG: Qual è il modo migliore per farsi conoscere?

Spugna: Secondo me è un misto di varie attività. Principalmente, bisogna fare il proprio lavoro, poi bisogna agire su tutta una serie di piattaforme di comunicazione. Bisogna avere una pagina su Facebook, su Instagram o su altri siti su internet e poi diciamo che bisogna essere sempre abbastanza reperibili. Ovviamente, si comincia con cose minori che però ti danno l'opportunità di farti notare dagli editori per progetti un po' più importanti. Attualmente non si può prescindere dal cartaceo, ma non si può fare a meno di mostrare il proprio lavoro su qualche piattaforma digitale. Non è necessario pubblicare le storie online, però bisogna fare in modo di avere una bella vetrina, o galleria, dei propri lavori.

TG: Qui al Gomma Festival hai portato illustrazioni... diciamo un po' splatter (cercavo di non usare questa parola, ma a Spugna è piaciuta molto).

Spugna: Sì, sì. Quello è ciò che a me piace fare, sempre però con una venatura grottesca, ma non troppo cupa. Questo fa sì che la gente quando mi incontra mi dica: "La tua roba fa ridere"; piuttosto che la mia roba è spaventosa... Ne esce un prodotto che è meno minaccioso e violento di quello che io stesso possa credere. Meglio così. Cerco di essere cupo, ma in realtà non ci riesco del tutto.

TG: Potremmo parlare di soggetti e di un modo di lavorare un po' Punk?

Spugna: Come tipo di estetica, sicuramente, però non proprio come attitudine. Mi riconosco nel Punk in alcuni approcci, ma personalmente temo di essere un po' troppo cervellotico per essere proprio Punk.

TG: Non sei così spontaneo?

Spugna: Ecco, sicuramente sono meno rabbioso; ma spontaneo sì, sono spontaneo... nel senso che tutto quello che faccio lo faccio per una mia urgenza. Spesso, nel mio caso e in quello delle ultime generazioni, l'approccio può ricordare un aspetto Punk, ma siamo anche più abituati a confrontarci con un certo tipo di scena.

TG: Mi sembra che tu abbia partecipato a Filler, anche se lì non ti ho intervistato.

Sugna: Sì, vero, ci ho partecipato e mi piace molto, è una realtà molto bella e piacevole, oltre che utile. Anche questa, come Filler e altre fiere, rientra in quegli eventi in cui è importante quella componente di auto-produzione che si autogestisce ed è anche autarchica, se vogliamo... Tuttavia, è inevitabile essere al corrente di tutto quello che c'è fuori da questi mondi e inevitabilmente alla fine ti tocca confrontarti con "il mercato". Ormai, s'è installata una situazione ibrida che per quanto uno cerchi di restare puro, è molto difficile, anche sforzandosi, restare avulsi da un discorso commerciale più diffuso.

TG: Ai nostri tempi in cui quasi ogni giorno c'è una rivista cartacea che chiude; c'è una concorrenza molto agguerrita perché ormai tutti i ragazzi vogliono fare il videomaker, il regista, l'artista o la rock-star, come si fa ad a gestire e a emergere in tutti questi lavori?

Spugna: Per quanto mi riguarda, la cosa importante è sempre cercare di lavorare e produrre quello che hai in mente di fare, senza farti ossessionare da questi problemi. Devi essere cosciente di questa cosa, ma non devi farti sopraffare: l'obiettivo è quello di fare sempre meglio le tue cose, non quello di avere successo. Devi trovare la tua strada per esprimerti sinceramente, puoi prendere a modello un autore, ma non devi copiarlo. Io non cerco di vendere 15000 copie di un fumetto, ma cerco prima di tutto di essere orgoglioso dei lavori che firmo. Poi, ovviamente, tra quel discorso, botte di culo e trovare la situazione giusta in un momento storico sbagliato, si tratta sempre di amalgamare vari elementi per trarne l'alchimia perfetta. Non è facile. Io per esempio, lavoro da tanti anni, ma quello che faccio sta per essere scoperto soltanto adesso. Vuoi perché sono riuscito a pubblicare il secondo libro, vuoi perché si instaurano una serie di reazioni a catena che portano l'attenzione su di te, vuoi anche per via di una certa casualità: è tutto normale...

Spugna al Gomma Festival 2018
Le illustrazioni splatter di Spugna

TG: Chi è il tuo pubblico?

Spugna: Mi leggono persone tra i 20 e i 40 anni, ma anche il cinquantenne o i fratelli più piccoli di alcuni ragazzi. Ho saputo che i miei disegni divertono anche i bambini di 8-9 anni.

TG: Spugna, vorrei comprarti un volume di "Brutte Storie".

Spugna: Mi dispiace Tony Graffio, qui al Gomma ho portato solo illustrazioni.


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