domenica 17 febbraio 2019

Märt Infanger, l'Ultrabazar del poster

Intervista a Martin Infanger. Seguiranno anche le interviste di Michel Casarramona e Jessica RassiBuona lettura! TG


Martin Infanger a Filler 2018
Martin Infanger a Filler 2018

Tony Graffio: Ciao Märt, vorrei conoscere meglio la tua arte. Vedo che ti piace lo stile classico del poster che richiama anche i manifesti utilizzati dai circhi. È questo il tuo segno distintivo?

Märt Infanger: Sì, forse dovrei dire che ho iniziato a occuparmi di graphic design perché suono in un gruppo Rock ed ho iniziato così a fare i poster per la nostra band; ormai sono 33 anni che suoniamo insieme. Ogni volta c'era il problema di trovare dei prodotti visivi per promuovere la nostra musica; all'inizio ho raccolto quello che ho trovato intorno a me: vecchie fotografie da internet un po' sullo stile Punk. Le ho copiate ed ho continuato a stare su quel genere perché penso che tantissimi bravi designer abbiano già creato ottime immagini tracciando il solco. Non ho intenzione di distinguermi per quello che inventerà uno stile completamente nuovo, ma posso essere colui che mostra agli altri degli ottimi lavori del passato per rivisitarli in un modo nuovo e più attuale. Per commemorare Johnny Cash, per esempio, ho preso delle vecchie fotografie da un vecchio art show di Nashville e le ho ridisegnate seguendo lo stesso stile, ma inserendole in un nuovo lettering perché pensavo che le lettere maiuscole si adattassero bene a questo personaggio. Inoltre, a me piace stampare personalmente i miei poster; non affido nulla ad altri. Non so se sia meglio o no, ma in questo modo imparo sempre qualcosa di nuovo. Per me è importante realizzare un poster per una buona band e realizzarlo da me.


Celebrating Johnny Cash, un poster di Martin Infanger
Celebrating Johnny Cash, un poster di Martin Infanger

TG: Usi una tecnica mista che unisce l'uso del computer al disegno a mano?

MI: Sì, adesso mischio l'uso della tavoletta grafica al disegno a mano; prendo una fotografia e le inserisco sopra altre cose; mi piace creare dei grandi collage.

TG E poi, vedo dei pattern presenti sullo sfondo.

MI: Sì, quando stampo non voglio ottenere solo dei punti, per questo sperimento anche con altri tipi di fondi. Utilizzo delle linee e delle onde; alcuni sono più tagliati, da altri emergono delle onde di interferenza, trovo la cosa abbastanza interessante. La gente dice che bene o male faccio sempre lo stesso lavoro, ma io penso che cambio modo di lavorare ogni volta.

TG: Certo. Chi sono i tuoi clienti?

MI: Il mio maggior cliente è la mia band, Jolly and the Flytrap. Facciamo musica di vario tipo, da quella che si ispira agli anni '60, fino al Garage Punk e cantiamo in diverse lingue.

TG: Secondo te, per quale motivo piacciono i tuoi lavori grafici? Per i colori o per lo stile?

MI: Per lo stile. Mi sono ispirato agli Equals, una band molto in voga tra la metà degli anni '60 e gli anni '70 che avevano uno stile molto psichedelico, così ho iniziato a disegnare un po' di poster per vari gruppi che suonavano in varie località in Europa, America e Oceania grazie ad una società che organizzava i concerti. Non ero pagato, ma ero quello che in quella piccola squadra faceva i poster. Non ho clienti che si rivolgono direttamente a me; io sono un insegnante di grafica a Lucerna e disegnare poster è soltanto un'attività che affianca la mia occupazione principale a scuola. Ho fatto anche il tatuatore ed ho lavorato per Sony Music, Warner, Virgin France disegnando le copertine dei dischi o dei CD, ma non con lo stesso stile che impiego per i miei poster. Ho lavorato per 10-15 anni per le case discografiche, ma adesso ho terminato con loro. Insegno e mi occupo delle mie cose, nient'altro.

TG: Che tipo di colori impieghi per i tuoi poster?

MI: Da quando ho iniziato a occuparmi personalmente della stampa adopero colori con base ad acqua, ma prima stampavo con altri colori. Cerco di mantenere la qualità di stampa alta; prima non ero sicuro del risultato che mi avrebbero dato i colori ad acqua, ma adesso mi sto accorgendo che si possono ottenere ottimi risultati. È da poco, circa sei mesi, che ho iniziato a sperimentare con questo nuovo metodo di stampa.

TG: Vedo anche qualcosa di diverso tra i tuoi lavori.

MI: Per i trent'anni del giubileo della nostra band ho voluto ridurre i colori al nero e poi ho aggiunto una carta blu metallica. Alla gente è piaciuto molto ed anche a me, così ho fatto un'intera serie con questo tipo di stampa, utilizzando un solo colore chiaro su un fondo scuro di carta metallica.

TG: Molti artisti chiedono più soldi per una stampa che impiega più colori. Cosa ne pensi?

MI: È vero, ma io per i miei poster ragiono in un altro modo. Non guardo mai a quanto tempo impiego per realizzare una stampa, ma a quante me ne rimangono da vendere. Io aumento il prezzo dei miei poster quando mi accorgo che mi sono rimaste solo poche copie in casa. Ecco perché un poster stampato con un solo colore può essere più caro di un altro che ho stampato a più colori.

TG: Normalmente quante copie tiri per poster?

MI: All'inizio non lo so, dipende anche da quanto colore e da quanta carta ho a disposizione; normalmente stampo intorno alle 150 copie per poster. Metà di questa quantità sono destinate all'organizzatore dell'evento, all'artista e alla gente che lavora per loro; il resto lo tengo per me e lo vendo per poter poi guadagnare i soldi che mi servono per ricomprare la carta e i colori. Non sono pagato, così in questo modo mi pago le spese; anche per Filler è andata così e funziona.

TG: Vendi anche sul web attraverso il tuo sito?

MI: Non proprio; non ho un negozio online, ma la gente può guardare sul mio sito scegliere quello che le piace, scrivermi un'email ed io rispondo. Prendo il poster che vogliono lo infilo in un tubo di cartone e lo spedisco. Non si tratta di un vero business, ma ogni tanto vendo qualcosa.

TG: Non è facile trovare i tuoi poster su altri circuiti di vendita?

MI: No. C'è un negozio in Svizzera che compra i miei poster per rivenderli; mentre a Parigi c'è una Galleria che ha molto materiale che mi appartiene. Ho fatto anche una mostra a Parigi, infatti è un po' lì che concentro la mia attenzione.

TG: Quindi c'è un buon riscontro di vendite a Parigi?

MI: Sì, sono abbastanza conosciuto, mentre in Svizzera devo sempre proporre qualcosa di nuovo. Sia io che Michel (Casarramona ndTG) sono più di 20 anni che ci occupiamo di queste cose in Svizzera così è una buona idea andare ad esporre anche in altri posti: Parigi, Amsterdam e Milano.





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