mercoledì 1 giugno 2016

L'essenza delle cose nel Pluriverso di Piero Fogliati

"L'arte è un gioco" Piero Fogliati

Piero Fogliati
Piero Fogliati - Rivelatore cromocinetico, 1967

Penetrare all'interno della realtà per cercare di svelare i segreti nascosti con l'arte. Questo è quello che cercava di fare con la sua arte/scienza Piero Fogliati che anziché sfruttare le sue conoscenze scientifiche e tecniche per inventare qualcosa di utile, preferiva ricercare un risultato estetico fine a se stesso che al limite potesse essere d'aiuto al miglioramento delle nostre città sempre grige, rumorose e congestionate dalle molteplici attività umane e per questo vive.
Ridare un ritmo naturale alle frenesie dell'uomo non è facile, ma Fogliati un po' ci ha provato con le sue stravaganti e simpatiche macchine che sembrano uscite da qualche cartone animato per bambini ingenui e puri che non pongono limiti ai loro pensieri ed ai loro sogni. Il pensiero ci fa viaggiare lontano, permettendoci di raggiungere universi che forse non esistono, come la luce che ci permette di vedere forme e colori e addirittura oggetti che nella realtà fisica non ci sono. T. G.

MAC Lissone
Alberto Zanchetta ci mostra il funzionamento del Rivelatore cromocinetico di Piero Fogliati

Piero Fogliati vuol farci capire che ci sono tanti modi di vedere le cose e ci sono tanti colori che non solo formano il bianco, ma nascono dal bianco. La nostra cultura determina anche il modo in cui noi percepiamo le cose.

Piero Fogliati Prisma Meccanico
Piero Fogliati - Prisma meccanico, 1967

Anche oggi vi propongo una mostra temporanea del MAC di Lissone, forse perché di musei così belli che non richiedono nemmeno il pagamento di un biglietto d'ingresso ormai in Italia ce ne sono davvero pochi. In questa pagina di Frammenti di Cultura trovate qualche immagine che ho preso al livello -1 dove sono esposte 5 opere (ho scelto le 3 più visive e spettacolari, le altre sono: "La luce solida" ed il  "Fleximofono") di Piero Fogliati, che sembrano poche, ma in realtà sono sufficienti a farvi capire il personaggio che le ha create ed a immergervi in una dimensione magica ed affascinante. Per me questa è la mostra più bella che potete vedere in questo periodo al MAC, ma si sa i gusti sono gusti e non vi voglio convincere di niente, fate un giro a Lissone e poi mi direte le vostre preferenze.
Essendo un po' frastornato da tutto quello che ho visto ieri, ho voluto chiamare l'amico Joe con una telefonata intercontinentale e sentire che cosa aveva da dirmi su Fogliati. Poiché l'ho chiamato questa mattina (notte fonda per lui), probabilmente l'ho svegliato e non ho voluto approfittare troppo della sua disponibilità, limitandomi a fare poche domande. 

Piero Fogliati
Piero Fogliati - Reale Virtuale, 1995
Proiettore con ampolla di vetro, legno, lenti, lampada dicroica. Diametro ampolla cm. 12,5
Nell'ampolla ci sono due trucioli, uno è reale, l'altro è virtuale.

Tony Graffio disturba Joe Iannuzzi a New York alle 2,30 A.M

Tony Graffio: Caro Joe, scusa se ti disturbo a quest'ora della notte, ma sono stato al MAC di Lissone dove, per la prima volta, ho avuto occasione di vedere le opere di un artista molto particolare che se n'è andato un po' in punta di piedi, come probabilmente ha sempre vissuto ed anche per questo volevo sapere se tu hai conosciuto Piero Fogliati e che cosa pensi dei suoi lavori.

Joe Iannuzzi: No, Tony non l'ho mai incontrato, ma vidi le sue opere molti anni fa e mi piacquero moltissimo.

TG: Sapresti dirmi qualcosa della sua poetica artistica?

JI: Sicuramente era un ricercatore nel vero senso della parola, si sentiva un artista libero pensatore, non ha aderito alle logiche del mercato. Ha prodotto opere molto particolari: la scienza e la tecnica meccanica (non artistica) sono fondamentali nei suoi lavori. Ha creato macchine che mimavano i rumori della città, anche il vento e tante altre che utilizzano la luce.

TG: Come  lo si può classificare?

JI: Sicuramente, la sua è un'arte programmata e in parte “cinetica” tipica degli anni 60 pensa alle opere di Gianni Colombo, di Boriani e della Grazia Varisco, ma non solo,  in lui trovi arche l’idea del gioco, una ricerca di cosa sia la luce ed i suoni. Purtroppo, non partecipò negli anni sessanta a mostre importanti rimase, non ti so dire perché, in disparte. Per capire meglio alcuni suoi lavori sicuramente ci dobbiamo rifare alla fenomenologia dell’immagine. Ciò che appare è reale o solo un’illusione? E che rapporto c’è tra ciò che vediamo e ciò che invece il nostro cervello percepisce? Gli oggetti sono colorati o invece è la luce che in base alla sua lunghezza d’onda determina un colore? E la luce come è fatta? Da quanti di energia che si muovono in modo ondulatorio, da onde elettromagnetiche? Ecco in molti lavori di Fogliati sono anche queste le domande che ti puoi porre. I suoi lavori sono carichi di una forte tridimensionalità e sicuramente pieni di energia. Era un artista molto determinato nella sua ricerca.
Pensa, cosa poteva pensare la gente delle sue opere negli anni sessanta? Macchinette divertenti? Oggi, queste macchine sembrano così fresche così attuali nel mondo tecnologico e digitale in cui viviamo che se non sapessimo quando furono prodotte, potremmo pensare che le ha fatte qualche giovane artista pochi giorni fa. Ecco, ciò ti fa capire che la sua arte vive di una vita propria: ha superato il suo tempo e ci appare attuale ancora oggi. Mi auguro che il suo lavoro possa conquistare maggiormente il pubblico, perché la gente ha bisogno di arte che le dia gioia e speranza, non incubi.

Dettaglio di Reale Virtuale

Cosa dice il Curatore della mostra:
Benché il MAC avesse deciso di dedicare una mostra che consacrasse la ricerca poetica e pionieristica di Piero Fogliati, l’improvviso commiato dell’artista non ha lasciato solo un vuoto incolmabile nelle persone a lui più care e a tutti i suoi amici ed estimatori, ma porta con sé il rammarico di non aver mai reso onore, né giustizia, alla pluri-decennale ricerca di questo Maestro della percezione. Come molte sue opere utopistiche, “fissate” sulla carta ma mai realizzate a livello urbanistico, anche questa mostra è diventata una chimera che il figlio Paolo ha voluto condividere e portare a compimento. Alberto Zanchetta

Durata della mostra: fino al 31 luglio 2016.

Orari del MAC di Lissone: 
Mercoledì e Venerdì dalle 10 alle 13; 
Giovedì dalle 16 alle 23; 
Sabato e Domenica dalle 10 alle 12 e dalle 15 alle 19.

Ingresso gratuito

Chi era Piero Fogliati:
Nacque in una famiglia di produttori di vini di Canelli (AT) nel 1930; il padre coltivava, oltre alle viti, una segreta passione per le invenzioni che probabilmente ha influenzato il suo animo curioso e il desiderio di ricercare cose nuove. Verso la fine della Guerra, sopravvenute difficoltà economiche obbligarono il giovanissimo Piero ad iniziare a lavorare, ma il trovarsi a contatto con apparati elettrici e tecnologici diede origine ad uno stimolo intellettuale che lo accompagnò per tutta la vita. In quel periodo iniziò anche a dipingere. Dopo aver assolto gli obblighi militari cambiò diverse occupazioni fino a comprendere di voler creare qualcosa di nuovo nell'arte legato alla meccanica, o per dirla come Tommaso Trini: <Ha perfezionato un'esperienza mentale straordinaria: con mezzi semplici, suscita nel vuoto apparizioni di cose, scritte e colori. La sua opera trentennale è sempre risalita dall'indagine nelle percezioni sensoriali mediante la luce, il suono ed i colori, all'esplorazione dei processi mentali che la presiedono. Molto dipende infatti dalla corteccia cerebrale di ciascun individuo, è il nostro cervello che ricrea le immagini che l'artista si limita a servirci per frammenti>.

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