sabato 19 marzo 2016

Non ti chiederò quanto sei credente, ma quanto sei credibile (Intervista a Ivan il poeta)

Ivan Tresoldi con Gisella Borioli, proprietaria del Superstudio, scrittrice, giornalista, art-director e molto altro.
Ivan Tresoldi con Gisella Borioli, proprietaria del Superstudio, scrittrice, giornalista, art-director e molto altro.

Prima d'entrare nel padiglione del Superstudio Più dove si svolge anche quest'anno la fiera dell'arte a prezzi contenuti, ho incontrato Ivan il poeta che mi ha invitato a lasciare il mio segno sulla sua "Pagina bianca". Era il 16 marzo 2016, il venerdì dell'inaugurazione ad inviti.

Il primo disegno della "Pagina bianca" è di TG

Ivan Tresoldi: Ciao Drago, come va?

Tony Graffio: Bene e tu?

Chi voleva, di fronte all'ingresso dell'AAF 2016, poteva liberamente disegnare o scrivere sulla "Pagina bianca" di Ivan

IT: Ho una vita di gioia, gioia piena, come sai... Ti volevo dire se volevi scrivere sulla “Pagina bianca” che adesso non è più da tener bianca. Se ti va di prendere un pennello e dare il tuo contributo di libera espressione, io ti sarò grato.

TG: Benissimo, lo farò con piacere. Ivan, sei contento di tutta questa esplosione di street-art, qui in fiera a questa edizione di Affordable?

Disegnare è bello
Disegnare è bello

IT: Secondo me l'arte pubblica è una cosa diversa, è un'esigenza espressiva che esiste da sempre, in forme differenti. Questa invece è una fiera d'arte, un'iniziativa commerciale di privati alla quale io personalmente, insieme all'associazione di cui faccio parte abbiamo deciso di partecipare perché è una fiera d'arte accessibile. Ci piace l'idea che dietro quest'evento ci sia un prezzo popolare per un'opera unica che era un po' l'idea anche del pop-shopper indiano. Noi stiamo sempre molto in strada in contesti più sociali ed associativi, comunque ben vengano queste iniziative che si ricordano di noi. Noi come Artkademy siamo alla ricerca della diversità come un confronto quotidiano. Il mercato dell'arte è un'istituzione molto al di fuori delle nostre abitudini. Il mercato dell'arte però è un sistema che adesso è in grandissima crisi e dato che noi artisti pubblici siamo un po' la cortocircuitazione di questa cosa, felicemente noi ci leghiamo ad un contesto del genere come un tentativo di creare un sistema a margine di tutto questo. Ad ogni modo l'arte pubblica per me è tutta un'altra cosa.

TG: Quindi tu in galleria non esponi?

IT: Io qua non ci sono, ho portato “Pagina bianca” come supporto di senso alla fiera. Abbiamo già fatto 34 edizioni di “Pagina bianca” nelle grandi piazze d'Italia. Facciamo altre cose e commercializziamo i nostri prodotti con altre logiche. Per quanto io possa simpatizzare per una situazione come quella di questa sera, io scrivo poesie e sul collezionismo, insieme agli amici, cerchiamo di attivare logiche nostre, per cui ogni tela che vendiamo va a finanziare un progetto cooperativo, insomma, abbiamo un po' la testa dura. Qui dentro non troverai opere mie, anche perché come coefficiente sfioriamo il limite che c'è qua (mostra il padiglione del Superstudio con un gesto). E poi a me interessava essere presente veramente, come pulizia di senso, non partecipare con un'opera per poter mettere dentro le tele. Le tele me le vendo io, tendenzialmente...

TG: Per conto tuo?

IT: Sì, poi a me interessa anche molto la relazione con chi ho davanti.

Nessuna violenza! Nemmeno con le parole.

TG: Posso chiederti un tuo pensiero sulla questione che adesso è di attualità per la street-art, ovvero sul fatto che Blu a Bologna ha cancellato delle sue opere pubbliche?

IT: Il primo pensiero che mi viene in mente è che non ne vorrei parlare perché tutti stanno parlando di questa cosa e sembra un po' di accreditarsi con il lavoro di Blu e credo che Blu sia stato molto chiaro con il discorso che sta facendo.

TG: Beh, ma tu lo conosci personalmente, un'opinione su un tuo amico potresti anche esprimerla...

IT: Sì, io l'ho conosciuto bene in occasione della mostra al PAC nel 2007 e grazie a quella mostra abbiamo fatto insieme il muro che ancora resiste al Padiglione d'Arte Contemporanea; penso che il pensiero su quello che mi hai chiesto sia comunque espresso da chi fa questa pratica, mentre per tutti gli altri sia troppo facile chiacchierare su cose a margine di questioni più importanti. L'operazione di cancellazione delle sue opere è già una risposta molto forte alle questioni che riguardano l'arte pubblica. Per quello che riguarda Milano, questa città ha il braccio nel culo nel mercato del sistema da anni, tantissimi di noi hanno relazioni con questa realtà, io stesso non sono così puro e così coerente come Nicola. Ognuno ha le sue logiche, credo che l'arte pubblica sia effettivamente morta nel 2007 quando abbiamo fatto “Street art sweet art”, tanto è vero che la mostra che abbiamo fatto quasi 10 anni fa a Milano dalle strade, invece che strappando i lavori dai muri che oltre ad essere un'assurdità è una vergogna.
In quel caso noi abbiamo strappato noi stessi dalle strade, Blu compreso che stava in via Binda, a casa mia, con Erika e il cane. Secondo me, lì sono stati fatti i giochi del movimento, tanto è vero che da quegli anni l'arte pubblica è esplosa a livello mediatico da Milano che era un'avanguardia, una barricata, mentre oggi è una realtà che s'è molto impoverita. C'è molta meno Street-art in giro oggi che nel 2003. Su questa cosa di Bologna non ti dichiaro niente, non voglio prendere delle legittimità che non mi spettano. Se dico che Blu ha ragione sembra che io posso dire che lui ha ragione, invece non sono una persona che ha quella pulizia e quella coerenza di pratica da poter giudicare questi fatti. Vorrei prendere un po' le distanze da tutto questo battage, ma credo che l'operazione sia stata molto corretta. Se io avessi più coraggio farei la stessa cosa con i miei lavori. Noi, a Milano, abbiamo un modello che è quello della costruzione di un sistema alternativo ai grandi sistemi. Nicola ha voluto sottrarre al grande sistema la propria linfa. Noi qua, se lo faremo, faremo un lavoro più di costituzione di un altro modello, magari proponendo la pittura di muri, perché sentiamo molto l'esigenza di mettere questa forma d'arte sulle pareti.

Quando disegniamo torniamo tutti un po' bambini

TG: Si riesce a vivere in questo modo così indipendente?

IT: Eh, ho 13 euro sul conto in posta, però nessuno ammazza nessuno, tutti i giorni arrivo in studio e trovo tutti i miei migliori amici, le persone che stimo, grandi artisti pubblici come Towa, come Erics, o tanti altri amici che hanno imparato a stare in strada. Si riesce a stare in piedi. Non rincorrendo follemente il denaro, il denaro arriva. La coerenza e la pratica sono la legittimità delle tue pratiche. Adesso ho messo allo studio una poesia che dice: “Un giorno non verranno a chiederti quanto eri credente, ma quanto eri credibile”. Io cerco d'essere credibile nel mio, di guardare molto il nostro, come credo tu sappia, noi di stile non parliamo mai male di nessuno: testa avanti e si lavora. Essere nati nel primo mondo è già un grande privilegio; poter investire sul proprio è un privilegio ancora più grande che se non sta in piedi devi avere l'impegno e la voglia di farlo stare in piedi. Ognuno merita il regime che supporta.

TG: Cosa pensi di quell'evento al PAC del 2007? E' stata un'occasione irripetibile?

IT: Per com'era il movimento è irripetibile perché in quel momento il movimento era molto vivo, dipingevamo tutti tra di noi, te lo può dire anche Tawa che è qui con noi e nel 2007 ha partecipato come writer, e venivamo da una tradizione italiana dell'arte pubblica che dura da tantissime migliaia di anni. Dal graffitismo milanese io ho imparato tante cose, perché questa era una realtà in evoluzione già da una ventina d'anni. Di quel periodo mi ricordo quando Bros inaugurò la sua prima mostra e venne a vederla tutta Milano, perché allora eravamo una ventina di nomi in Italia, molto pochi. Dal 2007 tutti hanno capito che c'era un'occasione, quindi a parte il collettivo di Art-Kitchen che oggi è Artkademy, a parte poche altre esperienze che sono rimaste a livello collettivo, purtroppo ci siamo un po' tutti rinchiusi nei nostri studi ed in pochi hanno continuato ad andare in strada. Come artista pubblico, io ho avuto la fortuna di fare 150 licei negli ultimi 4 anni, uno alla settimana praticamente. Grazie anche a Smemoranda, ho visto tanti studenti. Se tu vuoi sapere chi sono gli artisti pubblici più conosciuti, precisando che un artista che dipinge in strada non necessariamente è un artista pubblico, ma di questo dovremmo discutere, basta che vai a chiedere al tuo tabaccaio quali sono i 5 artisti pubblici, o meglio i 5 lavori che conosce e che gli piacciono di più. Anche del mio lavoro pochissimi sanno che ho scritto: “Chi getta semi al vento...” Lo si sa a Milano, o chi negli anni ha comprato la Smemoranda, o chi legge il tuo blog. Se scrivi questa frase in giro tantissime persone la conoscono, ma pochi sanno che sono io l'autore. Io credo che la finalità di un artista o di un poeta, come sono io, sia proprio questa, ovvero di avere la propria arte che si mangia l'artista.

TG: Che cosa pensi degli street-artist che si fanno rappresentare da una galleria?

IT: Io ho avuto per anni delle gallerie che mi rappresentavano, ed ho ancora delle collezioni importanti presso di loro. Credo che se ognuno è in pace con le proprie pratiche e prende la propria direzione, senza andare a rompere troppo il cazzo agli altri è un'altra cosa. Quasi, da me ti aspetteresti il discorso opposto, però ti potrei dire come già nel 2007 discutevamo abbastanza animatamente sul fatto che se io ti faccio lì una poesia di 20 metri, illegale, tu passi la vedi e dici: “Sei un genio!”, se invece la faccio lunga 20 metri legale, tu mi dici che sono un venduto al sistema... Però il valore deve stare nel valore della poesia, non nella difficoltà della pratica. Poi, io sono uno, come sai, che va a scrivere illegalmente sulla strada perché io ho capito che è molto importante stare su quei livelli d'illegittimità e perché mi piace proprio. Nonostante questo, lavoro per grandi fondazioni, ho dipinto a palazzo Marino, ed allo stesso tempo sono la persona più invisa. Ho un processo per danneggiamento col Comune di Milano e sono recidivo. Ho consegnato più opere pubbliche al Comune di Milano io, insieme a Pao e Ortica Noodle che chiunque altro, in questa città. Ho fatto Khaled neanche due sabati fa alla Fabbrica del Vapore quindi... La facoltà del proprio giudizio inizia dove termina quello del prossimo. Io cerco di guardare più le mie di pratiche che le contraddizioni degli altri, anche perché se non li conosco appieno in termini di lavoro, non mi permetto di dire nulla. La mercificazione di qualcosa che è di tutti a vantaggio di pochi è esattamente come lo sfruttamento del capitale a vantaggio di pochissimi, con lo sfruttamento dell'uomo sull'uomo. Queste sono cose che a me non vanno bene, ma non c'entra la galleria. Ci sono anche galleristi intelligenti ai quali piace collaborare con noi. Galleristi ed operatori del mondo dell'arte che rispetto, altrimenti non sarei davanti ad una fiera d'arte.
Vengo qua perché non mi stresso e capisco che non sempre la tua opinione è quella giusta. Sei costretto ad avere una dialettica di contenuto e a porti in discussione, se no dopo un po' sei sempre solo con te stesso.

Chi è Ivan il poeta
Poeta e artista. Ivan nasce il 12 maggio 1981 alla Barona, periferia Sud di Milano. Studente della facoltà di Sociologia in Bicocca, attento all'arte e alla società, Ivan fonda nel 2002 un laboratorio studentesco finalizzato ad una ricerca didattica sperimentale, promuove una rete di collettivi universitari e collabora come redattore per diverse testate nazionali. Dall'estate 2003 assalta la strada a colpi di poesia, dipingendo e affiggendo per le vie di Milano versi che presto raccolgono l’attenzione di cittadini, quotidiani ed addetti ai lavori. Oggi è considerato il principale riferimento per la Poesia di Strada in Italia, agire poetico che promuove nuove pratiche e contenuti di scrittura, spezzando il confine elitario della poesia. Dal suo soggiorno, nel dicembre 2003, tra le comunità ribelli e zapatiste del Chiapas, nasce Immensa Mexico, reading poetico visuale alla sua nona replica, nel quale poesia, racconto e immagini si intrecciano e s'accompagnano. Nell'ottobre del 2006 è invitato da alcuni dei maggiori poeti italiani contemporanei a presentare il proprio Assalto Poetico alla Casa della Poesia di Milano. Nel Marzo 2007 è tra i protagonisti e promotori di "Street Art Sweet Art" al Padiglione d’Arte Contemporanea di Milano, nel giugno dello stesso anno è invitato, come rappresentanza per l'Italia, al XII Festival Internazionale di Poesia dell'Avana. Nel febbraio 2009 la sua prima personale presso il prestigioso Spazio Oberdan di Milano (catalogo ed.Skira) conta 5.500 visitatori in meno d’un mese. Negli ultimi anni è stato invitato ad esporre al Mart di Rovereto, al Padiglione d’Arte Contemporanea di Milano, all’Auditorium Parco della Musica di Roma, al Tina.B Festival di Praga, alla Byblos Art Gallery a Verona, ad Halle (Germania) per il Postkult Festival, alla Fabbrica Borroni di Bollate, alla Cité du Soleil di Port au Prince (Haiti), a Faqra in Libano, alla Basilica di San Francisco a La Habana (Cuba), a Bologna per la Galleria Testoni, a Fabriano per il Poiesis Festival, a Firenze per l’edizione 2009 del Festival della Creatività. Nel 2010 è chiamato ad animare le giornate del Festival Internazionale di Poesia di Genova, porta in tour lo spettacolo Palestina Viva, espone ed assalta poesia tra Bologna, Firenze, Ferrara, Milano, Bucarest, Verona, Napoli, Pristina, Parigi, Angers. Tra il 2011 e il 2012 partecipa alla Biennale di Architettura di Venezia, assalto nuovamente la Palestina, partecipa come Testimonial al Premio Campiello, dipinge a Palazzo Marino di Milano nella prestigiosa sala Alessi, espone, oltre che in buona parte d’Italia, a Berlino, Monaco, Parigi. Scrive, tra gli altri, per Linus, Smemoranda, Emergency e Radio Popolare. Nel 2013 promuove il primo “Festival Internazionale di Poesia di Strada” e gli viene dedicata la copertina de “LaLettura”, prestigioso inserto culturale del Corriere della Sera. Nel 2014 riceve incarichi per la realizzazione di decorazioni e opere pubbliche in numerose città italiane da, tra i molti, il Comune di Milano, il Governo Sudafricano, l’Archivio Diocesano Lombardo, la Regione Puglia, dalla Fondazione Enzo Jannacci. Nel 2015 dipinge e propone le sue produzioni tra Roma, Taranto, Brescia, Milano, Londra, Spoleto. E' co-fondatore di Artkademy e animatore del suo collettivo artistico. www.i-v-a-n.net

La libertà si guadagna, non si compra - Ivan
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