Roberto Tomasi, appassionato tecnico milanese, ha stampato le più belle fotografie dei maestri di tutto il mondo, da Irving Penn, a Mario Giacomelli e tantissimi altri; ha attraversato la tecnica fotografica in 45 anni di carriera, ha inventato e brevettato un suo sistema, capace di rendere una definizione impressionante alle immagini che prima erano stampate con l'ingranditore. Con il nuovo millennio, Roberto è approdato all'uso degli strumenti digitali, continuando ad aggiornarsi nella costante ricerca della massima definizione, capace di riprodurre al meglio la realtà conosciuta.
Adesso che è abbastanza soddisfatto di ciò che riesce ad ottenere a livello tecnico, finalmente, ha accettato di raccontarmi le tappe del suo percorso professionale e filosofico.
Questo è il seguito di un'intervista molto interessante e simpatica che consiglio a tutti di leggere.
Roberto Tomasi con una sua stampa di una fotografia di Annie Leibovitz
TG
E
nel campo della moda e della pubblicità cos'è successo?
RT
Anche
per la fotografia di moda e di pubblicità, il fotografo si deve
arrangiare da solo.
Mentre
prima la clientela si rivolgeva ad un tipo di professionista come me
e richiedevano un servizio, adesso, spesso i committenti hanno
qualcuno all'interno dell'azienda che gli risolve queste situazioni e
costa meno. Posso dirvi che una volta un laboratorio come il mio era
attrezzato con apparecchiature per almeno 500 milioni di lire,
adesso, con 20'000 euro, lo metti in piedi alla grande. Ad una casa
di moda o ad un'agenzia pubblicitaria non costa quasi niente avere un
computer (6'000 euro) con il ragazzino da 900 euro al mese che opera
sulla macchina ed in questo modo, possono contare già su uno studio
grafico all'interno dell'azienda.
TG
Ci
sono anche molti clienti che chiedono già al fotografo i file già
corretti e pronti per l'uso.
RT
Esatto,
e si arrangia il fotografo. Questo accade da almeno 15 anni in
Italia, da quando è arrivato il computer nel processo produttivo.
Photoshop è a disposizione di tutti, così, per chi ha un minimo di
buon gusto è un attimo riuscire a mettersi a posto le immagini,
mentre una volta era proprio richiesto il laboratorio che era in
grado di fare le mascherature, i ritocchini al pennellino, cosa che
richiedeva anche un sacco di manualità e tantissimo materiale che
incideva sui costi della lavorazione.
Adesso,
grazie al computer non c'è più pellicola, non ci son più sviluppi,
non c'è più il pennellino, non c'è più anilina, anche se il
lavoro, a livello di qualità adesso è superiore.
TG
Mi
stai dicendo che adesso c'è gente meno brava, ma il lavoro riesce
meglio?
RT
No!
La gente è meno brava, però si barcamena, riesce a fare un lavoro
accettabile.
Poi
se pensiamo che un'immagine su una rivista non richiede così tanta
attenzione, eh!
Una
volta che c'è la forma e il prodotto, basta, passa, poi ci pensa
comunque la rivista a rovinare l'immagine in fase di stampa. Se io
faccio un'immagine ad altissima definizione, poi mi vanno in stampa
col puntino schiacciato e addio, non è servito a niente...
TG
Cos'è
il puntino schiacciato?
RT
Eh
quel puntino che serviva per l'inchiostrazione nelle litografie, in
fase di stampa litografica dev'essere curato, altrimenti s'inzuppa
talmente d'inchiostro che crea delle sbavature intorno a sé e rende
l'immagine un po' impastata, flou, la si può chiamare in molti modi
questo tipo di stampa. Ci vuole pulizia e attenzione, come in ogni
lavoro artigianale manuale.
Adesso
come adesso, con questo tipo di cura si possono fare solo immagini di
una certa importanza ed impatto.
TG
La
tecnica conta ancora?
RT
La
tecnica comunque conta.
TG
Tu
ti ritieni un artista?
RT
No,
sono sicuramente un tecnico. Io faccio un'attività che è nata
all'incirca 200 anni fa allo scopo di dare un servizio. La fotografia
non è nata per essere una forma d'arte, ma un servizio, anche se tu
lo puoi utilizzare a livello artistico o come strumento, così come
usi il pennello, tu usi la fotografia. La fotografia nasce per fare i
ritratti, i documentari, i matrimoni, le comunioni, gli eventi e
tutto quello che vuoi conservare in un'immagine. La fotografia è un
servizio, non è una forma d'arte.
TG
E'
importante che l'artista conosca la tecnica?
RT
Beh,
è molto importante. Sicuramente è molto importante che l'artista
conosca la tecnica per poter sviluppare quello che desidera dire.
Altrimenti si ferma, come molti artisti che utilizzano una tecnica
senza conoscerla. Però essendo già artisti, va bene anche così.
Non
facciamo nomi, c'è gente che fa fotografie sfocate e diventa famosa
lo stesso (forse parlava di Paolo Roversi ndTG). Io detesto la
fotografia sfocata; per me la fotografia dev'essere a fuoco, nitida,
definita e perfetta. Quella fotografia, però, probabilmente è arte.
Per
quello che io mi reputo un tecnico...
TG
Per
un certo periodo della tua vita hai fatto anche il fotografo, vero?
RT
Sì,
sempre insieme a mio fratello Gian Paolo, dal 2000 al 2004, come al
solito io mi occupavo della parte tecnica: luci, sviluppi e stampe,
mentre Gian Paolo della parte artistica, quindi curava lo shooting.
TG
Roberto,
che tecnica segui adesso?
RT
Adesso
è tutto digitale, ho qui uno scanner Epson 6000 che non uso mai
perché non arriva più nessuno con le pellicole.
TG
Avevi
anche un Imacon...
RT
No,
l'Imacon è saltato, non fanno più i pezzi di ricambio, non ci sono
più, era un modello vecchio... E' inutile che fai quella faccia lì,
non è un problema, se mi vuoi proprio tirare fuori i segreti, ti
dirò che oggi come oggi puoi fare un'ottima scansione anche con la
macchina fotografica, anzi è meglio perché la fotocamera digitale
fa tutto in one shot mentre
lo scanner è un ccd lineare, quindi doveva star lì a leggere tutta
l'immagine. Adesso tu con una buona macchina full frame ed un buon
obiettivo puoi fare la scansione di un negativo o di una diapositiva.
TG
Cos'è
meglio scansionare il negativo o il positivo, la stampa o il
negativo?
RT
Sempre
il negativo.
TG
Non
ti ha fatto male perdere l'Imacon?
RT
No,
no, la macchina fotografica è uno scanner. Io arrivo dal
tradizionale, s'è capito, no?
Arrivo
dal negativo sviluppato con la tank in casa, in
cucina dalla mamma che brontolava, eccetera, eccetera. Sono
appassionato, ho fatto camera oscura, sia amatoriale che
professionale. A Natale sviluppavo 250 stampe baritate di notte per
Armani, Dolce e Gabbana, Krizia, Trussardi e tutte queste società
qua. Eppure io adesso nel digitale trovo del magico. Ai tempi, la
grana che veniva fuori da un negativo ad alta definizione,
super-sviluppato etc. etc. Era fastidiosa, poi è diventata piacevole,
perché è artistica e che ne so che cos'altro...
Adesso
noi abbiamo questi file digitali ad altissima definizione che ci
permettono di fare i formati che vogliamo senza grana. Grana che
dobbiamo mettere dentro apposta nell'immagine, se proprio vogliamo
recuperare questi sapori.
TG
Non
trovi che c'era anche un'abitudine alla grana e che queste nuove
immagini super definite siano più grafiche che fotografiche?
RT
A
me non piaceva la grana.
TG
Perché
tu in fondo, sei più un grafico che un fotografo...
RT
Non
so, sono più un grafico?
Io
sono un tecnico che si è occupato dell'immagine, da 45 anni a questa
parte, ma tecnicamente.
Poi
mi è capitato di fare delle foto, adesso sto fotografando paesaggi e
ritratti con una fotocamera digitale, o col banco ottico quando trovo
la pellicola e la giusta situazione.
Se
devo fare delle fotografie le faccio tranquillamente col digitale
perché adesso la questione è anche quella di riuscire a trovare la
pellicola.
TG
Si
trova...
RT
Sì,
infatti la trovi, ma devi cercarla. Se tu adesso mi chiedi di farti
una foto così, adesso non ce l'ho la pellicola.
Il
mio progetto della pellicola è sui paesaggi, non posso fare un
ritratto con la pellicola.
Per
fare un paesaggio, io vado sul posto alla mattina e mi dedico a fare
una posa ad una certa ora, un'altra posa ad un'altra ora, cose che ai
tempi si facevano in studio con i flash, pam, pam, pam, sviluppo del
provino, sviluppavi tutte le altre e poi sceglievi quella che ti
piaceva di più.
TG
Sei
soddisfatto del digitale o c'è qualcosa che non ti va in questo
sistema?
RT
Sono
soddisfatto.
TG
E
di tutta questa varietà di file raw proprietari che cosa ne pensi?
Nikon ha il suo, Fujifilm il suo, Canon il suo e tra loro non sono
compatibili.
RT
Ecco,
questa è una cosa che non capisco, anche se tutti si possono
sviluppare con Photoshop, una volta che inserisci nel programma i
loro plug in. Photoshop è anche il migliore di questi
sistemi.
TG
Tu
parli del DNG? Il DNG è migliore di un RAF, per esempio?
RT
Sì,
il DNG è migliore del sistema di sviluppo della casa che costruisce
le macchine fotografiche.
TG
Tu credi che un giorno potrebbe essere
un problema andare, per esempio ad aprire un file NEF di un certo
modello di Nikon prodotta solamente per un paio di anni?
RT
Sì.
TG
Sarebbe meglio se tutti usassimo i DNG?
RT
Sicuramente. La prima cosa che io
chiedo al cliente è di darmi il Raw. Mi dai il raw io te lo sviluppo
e te lo taro e poi te lo stampo. Dammi anche il jpeg come l'hai visto
tu ed io ti faccio vedere la differenza.
Il jpeg è un sistema che non va bene.
O fotografi solo il jpeg ad altissima definizione, ma il jpeg che
accompagna il raw non è mai ad altissima definizione.
TG
C'è il Tiff però...
RT
Poi, diventa tutto Tiff, il jpeg quando
lo apri è Tiff, poi lo puoi ri-salvare in Tiff, ma quando lo apri lui
ha perso delle informazioni, nel raw invece ci sono tutte le
informazioni che vuoi e tu le puoi regolare liberamente con
Photoshop.
TG
Il fatto che esistano tanti tipi di
raw è una cosa che ti può dare fastidio, o creare problemi?
RT
No, problemi non me ne sta creando, nel
senso, va tutto bene finchè non esce una macchina nuova, a quel
punto se tu non hai Photoshop aggiornato, non puoi aprire il raw di
quel modello di fotocamera.
TG
Quindi un problema c'è!
RT
Sì, il problema c'è. Il problema c'è
e non capisco perché devono essere diversi, anche perché io ho
provato a svilupparli col loro software proprietario e non vengono
bene come con Photoshop.
TG
A quel punto cosa fai? Li trasformi
sempre in DNG?
RT
Sì, in DNG.
TG
Una volta che li apri li trasformi in
DNG?
RT
Esatto. Oppure quando inserisci il
plug-in in Photoshop poi lo puoi aprire, ma l'installazione non ti
riesce mai...
TG
Hai mai provato Capture One, o altri
software di questo tipo?
RT
No, per adesso sono contento con
Photoshop.
TG
Cos'è successo a tutte le tue
attrezzature analogiche costruite apposta per il Photo-Transer e
tutto il resto, ingranditori compresi?
RT
Ho buttato via tutto ed ho dovuto
pagare 3200 euro per far portar tutta la mia attrezzatura in discarica. Me lo ricordo
benissimo.
TG
Quindi il Photo Transfer non si può
più fare?
RT
No, non si può più fare. Perché vuoi
fare il Photo Transfer?
No guarda, io ti posso dire una cosa, sono un fautore del Photo Transfer, ma nonostante abbiamo avuto
successo con questa tecnica bellissima, ti dico che oggi come oggi,
con la stampa a pigmenti in policromia a nove colori si ottengono dei
risultati eccezionali.
TG
Anche per il bianco e nero?
RT
Anche per il bianco e nero.
TG
Tu il bianco e nero lo fai con 9
colori?
RT
No, solo con i colori del bianco e nero
che sono il nero, il nero chiaro ed il nero chiarissimo.
TG
Hai mai usato Piezography?
RT
No assolutamente no, perché i neri di
Epson sono più profondi. Quando non riuscivo ad ottenere dei neri
intensi come volevo, mi sono interessato di questa casa svizzera che
si chiamava Piezography che aveva pensato bene di realizzare dei neri
più potenti. Si trattava di togliere i colori della macchina
stampante e sostituirli con quelli di Piezography che aveva una
concessione di Epson e attraverso un software che si chiama RIP si
ri-tarava la macchina usando più o meno inchiostri per avere un
risultato differente.
TG
Perché non l'hai mai provata?
RT
Perché quando sono andato a vederla, i
risultati non mi piacevano.
Era molto più bello quello che io
riuscivo a fare con la macchina Epson obsoleta che utilizzavo
all'epoca, parlo della 10000CF. Con quella macchina riuscivo a fare
dei bianchi e neri da paura. Paura!
TG
Adesso che macchine hai?
RT
Adesso ho la 10880, sempre della stessa
famiglia Epson.
TG
Ogni quanti anni bisogna cambiare
stampante?
RT
Queste macchine in realtà sono
resistentissime, però poi ad intervalli regolari escono nuovi
software più veloci ugelli capaci di produrre gocce d'inchiostro più
piccole, mediamente ogni 2 anni c'è qualche novità.
TG
E' sempre una rincorsa alle tecnologie
più nuove?
RT
Ma neanche tanto, quando stampavo con
l'ingranditore era anche peggio.
Quando ho iniziato con l'ingranditore,
ho fatto una scelta di qualità: meccanica Zucchiatti, testa Durst e
la messa a fuoco si faceva manualmente con un lentino speciale che
ingrandiva la grana del negativo. Dopo sei mesi il venditore mi
propone una sonda per fare il fuoco automaticamente, ok va bene, lo
prendo e spendo 6 milioni di lire. Rate, leasing e via così. Con sei
milioni ho la messa a fuoco perfetta. Dopo altri sei mesi ritorna il
venditore e mi dice: <Ma cosa fai sei ancora lì a fare i provini?
Ma non lo sai che adesso puoi usare il densitometro che ti dà il
minimo e il massimo della densità?>. Altri sei milioni di lire. E
poi ancora: <Ma non lo sai? Adesso c'è la sonda per misurarti il
colore...>. Tim, tum, tam, prendi anche quella. Poi, è arrivato
il primo video da affiancare all'ingranditore, dove tu vedevi il
positivo, poi la prima tastiera, io ho visto tutta l'evoluzione,
pezzo per pezzo, fino a che è arrivata questa roba qua (indica la
stampante ed il computer).
Pian, pianino buttavi via la roba
vecchia per aggiornarti in continuazione.
Per me, in futuro, esisteranno un paio
di occhiali che ti faranno vedere le cose come vorrai e poi con un
battito di mani, darai l'ok. <Vai! Ferma!> E realizzi quello
che vedi attraverso gli occhiali. Capito?
TG
La scelta delle carte da stampa e la
loro taratura è difficile?
RT
La carta è sempre la stessa, io credo
che ci siano due o tre fabbriche al mondo che poi facciano i prodotti
per tutti quelli che poi la confezionano. Poi, ti dicono: questa si
chiama Hahnemuehle, questa è Ilford, questa è Agfa, e un sacco di
nomi di carta.
TG
E i toni?
RT
I toni, volendo, glieli puoi dare
addirittura tu con la stampa. Una volta che hai una carta di un bel
bianco ottico, se tu la vuoi spegnere la copri con del giallino e la
puoi stampare eh!
Per me una carta fotografica dev'essere
bianco ottico. Bianco bianco che più bianco non si può.
TG
Per te che sei passato dall'età della
pietra, al silicio del computer, che cos'è meglio? Come hai vissuto
questa esperienza?
RT
Eh, bella domanda... A parte che il
tempo è volato, mi sembra ieri che lavavo i pavimenti e vedevo le
pietre litografiche alte così (fa un gesto con le mani), con tutto
il fumo dell'acido che bruciava...
In realtà non è cambiato molto. Posso
pensare che oggi c'è una qualità superiore.
Abbiamo la possibilità d'esprimere la
fotografia in maniera più completa, su più supporti, con maggior
controllo del colore, della forma, eccetera, e questa cosa mi piace
molto perché io la fotografia l'ho sempre pensata come ricerca del
vero ed espressione di cuore e pensiero.
Roberto Tomasi e Piazza Vetra, la stampa perfetta, ottenuta con un metodo di cui non ha detto niente, tranne che la posa è stata fatta con un banco ottico 13X18 e la stampa con un plotter Epson 10880
Tutti i diritti sono riservati a Tony Graffio
Testi ed immagini non possono essere riprodotti senza la mia autorizzazione scritta
Fine dell'intervista
Intervista effettuata
presso il laboratorio di R. Tomasi il giorno 3 ottobre 20015 a Milano
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