mercoledì 15 maggio 2013

Demolizione AEM

Milano che cambia

Panoramica di Piazza Cimitero Monumentale
Immagine ottenuta ritagliando l'area centrale dell'imagine registrata da un Peleng 8mm montato su Pentax K-01 con adattatore baionetta K - vite M42

Come immaginavo, alcuni disegni che ho documentato sono già spariti ed altri scompariranno presto, molto velocemente. I muri sui quali Dumbo e Paté hanno trovato dimora per diversi anni in totale tranquillità sono stati demoliti proprio oggi, la stessa sorte toccherà presto a Bulk ed ad altri graffiti meno sgargianti che non ho ancora fotografato. La città sta cambiando, il cemento avanza, le altezze dei palazzi si elevano sempre più, lo spazio abitabile aumenterà di pari passo con l'incertezza del futuro dei suoi possibili abitanti, in una Milano che si prepara a cambiare fisionomia ed anima. Credo che tra pochi anni, che si faccia o meno il tanto discusso Expo, la città sarà quasi irriconoscibile e forse saranno pochi i graffiti che sopravviveranno per aiutarci a trovare un punto di riferimento in un luogo già familiare. Poco lontano, lo stesso discorso potrà essere fatto a Porta Volta, dove due torri, se non proprio gemelle, almeno simmetriche, andranno a prendere il posto dei famosi caselli daziari di fine ottocento. Spero di fare in tempo a scattare qualche foto decente, anche se qualche sopralluogo l'ho già effettuato, dotato solo di una compatta digitale di 10 anni fa, le cui fotografie preferirei evitare di inserire in questo blog. 

Muro di via Niccolini 
Obiettivo utilizzato: Super Takumar 28mm f 3,5

Dumbo a metà
Obiettivo utilizzato: Fish-eye circolare Peleng 8mm su formato APS C Pentax

Un cinese sui binari
Obiettivo utilizzato: Peleng 8mm f 3,5

Via Procaccini in fondo alle sbarre
Peleng 8mm

Via Niccolini angolo Piazza Cimitero Monumentale
Peleng 8mm

Macerie AEM
Peleng 8mm

Anche oggi la giornata non era delle migliori per periodo dell'anno in cui siamo; ho iniziato a fare qualche scatto quando cadeva qualche lieve goccia di pioggia, poi non ho più fatto caso alle condizioni meteorologiche. Questi palazzi erano pieni d'amianto, in altre fotografie che ho scattato, ma che non ho inserito in questa pagina, si possono vedere chiaramente degli uomini che lavorano in tenuta bianca a prova di contaminazione, tuttavia la maggioranza delle persone che mi parlavano perché mi vedevano fare le fotografie, mi esprimevano tutta la loro soddisfazione per il fatto che le scavatrici avrebbero distrutto i muri pieni di personaggi colorati in via Niccolini, dove per qualche tempo ha trovato la sua sede il Centro Sociale Bulk.

Che cos'è il Peleng e perché usarlo
il fish-eye circolare è un'ottica molto particolare che non si usa frequentemente, se non per ottenere inquadrature panoramiche a 180°, oppure effetti di estrema distorsione che possono perfino produrre divertenti caricature dei soggetti ripresi.
Questi obiettivi sono abbastanza rari e costosi, ma il Peleng 8mm, pur essendo uno strumento ottico di grande precisione ha sdoganato l'uso di questa focale non avendo un costo eccessivo e potendo essere montato su un gran numero di apparecchi fotografici, analogici, o digitali, semplicemente sostituendo l'anello T2 avente l'attacco adatto al tipo di fotocamera che si intende usare. Questo strumento non nasce espressamente per usi creativi, ma per rilevamenti militari, infatti veniva prodotto in numero limitato presso gli stabilimenti della Peleng (http://peleng.by/en/products/special_optoelectronics/), un'importante stabilimento di strumenti ottici ed elettronici sito in Bielorussia. L'ottica andava montata su un apparecchio speciale in uso all'esercito sovietico, per essere puntato sul campo di battaglia e rilevare fotograficamente dove andavano a finire i colpi esplosi dai cannoni.
L'obiettivo è costruito molto bene e l'ottica è di grande qualità, però va sempre ricordato che non nasce per usi fotografici come possono essere intesi da chi voglia tornare a casa con delle belle fotografie. I limiti principali sono l'estrema vignettatura del formato sul fotogramma ed un difficile uso in controluce, non tanto per un trattamento antiriflesso inadeguato, quanto per un fastidio effetto di diffrazione che può formarsi ai bordi della lente. I vantaggi sono, la sua duttilità di utilizzo su svariati tipi di fotocamere o videocamere, la relativa luminosità dell'apertura del diaframma, il costo non eccessivo, la robustezza, la completezza del kit che comprende, di solito, un paio di anelli T2, io ho sia il Nikon che quello a vite M42, l'astuccio, e tre filtri colorati da inserire dietro la lente posteriore dell'obiettivo. Tra i pregi, inserirei anche il fatto di disporre di uno strumento a suo modo "speciale". Il fatto di creare un'immagine circolare sul 24x36 non sarebbe un grande dramma, se questa immagine fosse effettivamente circolare, ma così non è proprio perché quest'ottica non era nata per il formato leica. Io ho usato questo 8 mm su varie fotocamere, ma quelle con le quali ho ottenuto i risultati migliori sono una vecchia Asahi Pentax Spotmatic ed una nuovissima Pentax (Ricoh) K-01. Come avete potuto vedere dalle fotografie che ho scattato con la Pentax K-01, anche con questo apparecchio si ha della vignettatura. Quello che non ho ancora provato a fare è d'impostare la K-01 su un formato 16/9 anzi che sul formato 3/2. 

Utilizzo della Pentax K-01 di notte

Casa sventrata Notturno
Super Takumar 28mm f3,5

Dopo le 24,30, a distanza di circa 9 ore, sono ritornato negli stessi luoghi dove avevo effettuato gli scatti precedenti e, visto che con la K-01 non avevo ancora effettuato delle prove notturne, ho preso un paio di vedute a mano libera con un'atmosfera completamente diversa e maggior tranquillità. Il 28mm sul formato aps c corrisponde ad un 42mm sul formato 24x36. La fotocamera era impostata su 3200 EI.

Via Niccolini Notturno
Super Takumar 28mm f 3,5 senza paraluce

Come la precedente, anche questa immagine è stata scattata a 3200 EI con un tempo di posa di 1/4 di secondo. Usando vecchie ottiche completamente manuali e sprovviste di contatti elettrici, non sono in grado di dire con precisione i valori completi dell'esposizione, ma credo che avendo scattato a mano libera, appoggiato all'inferriata e con la funzione di riduzione delle vibrazione attiva, il diaframma dovesse essere impostato, usando la modalità AV (priorità de diaframmi), a tutta apertura o poco più chiuso. Volutamente non ho utilizzato il paraluce per valutare come si comporta l'obiettivo in questione, come risultato ho ottenuto un po' di "flare" (riflessione della luce) sull'angolo del fotogramma maggiormente esposto ad infiltrazione di luce parassita proveniente dai lampioni che illuminavano la strada. Le immagini sono state registrate su una scheda SD, nemmeno delle più veloci, in formato Raw DNG e rielaborate, soprattutto per la correzione del colore ed eliminare un po' di rumore, con il programma Silkypix 3.0, un valido strumento per lo sviluppo delle immagini digitali fornito da Pentax. Adesso è ancora un po' presto per dire esattamente cosa penso della Pentax K-01, sto ancora cercando di capire in che modo ottenere i migliori risultati; a me interessava soprattutto poter riesumare i miei vecchi obiettivi Takumar e trovare un corpo adatto a ricevere ottiche particolari, come il Peleng 8mm, pertanto, sono certamente più io che devo adattarmi alla fotocamera, che pretendere un certo tipo di prestazioni da un apparecchio che non può essere paragonato ad una reflex importante come quella che avevo utilizzato all'inizio di questo progetto.


Aggiornamento del 18.05.2013

Girovagando con la fotocamera senza specchio

Le aree dismesse ed i palazzi abbandonati mi hanno sempre affascinato, così sono tornato ancora una volta all'inizio di via Procaccini e in una mattina con un bel cielo blu cosparso di nuvole, ho velocemente effettuato qualche altra ripresa fotografica, provando ad ottenere un ambiente pulito da tutte quelle presenze caotiche che solcano le strade della città. Muovendomi in bicicletta, voglio viaggiare leggero e, se ho altre destinazioni o compiti da svolgere durante la giornata, porto con me solo una borsina con dentro la Pentax K-01 e un'ottica "normale", come il Super Takumar 28mm f 3,5. Nessun cavalletto, o altri accessori. Per le foto che seguono, ho corretto soprattutto la prospettiva verticale, in modo da evitare le linee cadenti. Questa correzione digitale è veramente molto comoda, mi è sufficiente agire leggermente sulla rotazione dell'immagine e sul decentramento digitale per ottenere un buon risultato e trasformare una fotografia non particolarmente attraente, o perfino uno scarto che non utilizzerei, in una fotografia d'architettura abbastanza precisa.

Palazzo sventrato via Procaccini

Per ottenere immagini a fuoco con le ottiche manuali di quasi 50 anni fa procedo come procederei con una macchina di grande formato: apro tutto il diaframma, metto a fuoco sullo schermo che visualizza l'immagine, solo che nel mio caso lo  schermo lcd è molto piccolo e non otterrei miglioramenti di valutazione aiutandomi con una lente contafili. Chiudo il diaframma e scatto la fotografia. Questi passaggi che sembrano un po' rallentare la procedura di lavoro sono molto importanti perché se mettessi subito a fuoco col diaframma prescelto, rischierei di farmi ingannare dalla profondità di campo e la messa a fuoco potrebbe non essere precisa.


Universo senza spazio

Tutto sommato la K-01 se la cava abbastanza bene anche in controluce, ma quello che mi ha sorpreso è l'esposizione molto precisa, utilizzando l'automatismo a priorità di diaframmi, senza apportare correzioni in ripresa. Un piccolo ritocco in sviluppo c'è stato, ma soltanto per rendere leggermente più leggibili le nuvole in controluce. Anche la risposta dell'asfalto e delle rotaie del tram in primo piano aggiungono profondità ed una certa dinamica alla scena. Certo, sarebbe stato interessante scattare  un'immagine anche con una tecnica in HDR (High Dynamic Range = Ampia Gamma Dinamica), cosa che mi propongo di fare al più presto.
Questa foto ho voluto intitolarla "Universo senza spazio" per dare l'idea che la didascalia del graffito: <L'Universo è in espansione, trova il tuo spazio> ha i giorni contati, una volta abbattuto il palazzo di via Procaccini, 1 resterà ben poco di un disegno molto curato nella sua realizzazione.

Serpenti con flare

Questi serpenti mi piacciono e sono soddisfatto di come ho scelto di "salvarli".
Non ho enfatizzato alcun colore perché la scena era già piuttosto ricca cromaticamente, non ho effettuato una ripresa centrale perché non volevo appiattire un soggetto molto interessante e stratificato capace di raccontare già molto di se stesso e del tempo che ha trascorso su queste superfici. Mi attirano i contrasti e gli elementi diversi che sono costretti a dividersi uno stesso spazio. La reticolazione della vernice ci parla di materiali vecchi e consunti che hanno perduto da anni la loro linfa vitale,ma che possono ancora fare da supporto a nuove generazioni di materia e colore in un amalgama semi-perfetto di anarchia creativa. Non esiste un elemento predominante in questa scena che esprime morte, ma anche vita e lotta per la vita, dove un felino pezzato ghermisce con le proprie zanne i serpenti mutanti di un mondo ormai disperato. La presenza dei riflessi delle lamelle del diaframma del Takumar donano all'insieme un raggio di luce e di speranza, pur apparendo in qualche modo una presenza aliena e fuorviante. Bella anche l'indicazione blu di una misura in altezza corrispondente forse a 4,30 metri, anche perché questo colore è complementare al giallo del flare. Questo quadro è un esempio reale di come elementi casuali possano coesistere perfettamente in armonia, talvolta perfino meglio di un progetto ideato appositamente da un'unica mente. Basta solo osservare e isolare con determinazione tutto ciò che compone il nostro microcosmo ideale. Quasi tutto esiste già in questo mondo, non è sempre necessario compiere incessantemente azioni creative per esprimere il proprio pensiero o voler affermare la propria personalità.

Un piccolo aggiornamento alle demolizioni. Il 22 maggio alle ore 18.36 stava iniziando a piovere, ma sono ugualmente tornato in via Niccolini per avere una prospettiva differente delle macerie lasciate dall'AEM ed avere una visione delle case retrostanti che prima non si vedevano. 

Ferri contorti

Pentax K-01 con ottica Auto Revuenon 35mm f 1:2.8
EI 200 1/160 sec. f 2.8

Tutti i diritti riservati a Tony Graffio
Riproduzione vietata senza consenso dell'Autore


















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