domenica 8 ottobre 2017

La Carta Ritrovata di Fausto Pisani (2097 Fuga da Milano)

"I collezionisti, solo col passare degli anni, imparano che le cose sono nate solo per essere cose." FP

Anche tra 80 anni nelle sterminate città in cui vivranno come prigionieri i nostri discendenti si ritroveranno frammenti di ricordi, pezzi di carta, vecchie fotografie, resti di qualche pagina sgretolata dal tempo... rimasugli di manifesti attaccati a qualche muro ancora in piedi.
I supporti cartacei che per secoli e millenni hanno accolto i nostri documenti più importanti avranno ancora un senso? O saranno stati completamente soppiantati dalle tecnologie digitali? Ci verrà impiantata una memoria elettronica sottopelle in un microscopico microchip, cosa che già sta avvenendo in Svezia per il pagamento dei viaggi su (mono)rotaia?
Tutto cambierà, ma in meglio o in peggio?
Queste ed altre domande sembra porsi, e porci, Fausto Pisani, l'ipotetico curatore di un immaginario museo del futuro in cui il mondo che conosciamo non sarà più lo stesso ed i reperti cartacei, le pagine scombinate di libri da tempo dimenticati, o le immagini dai colori ingialliti riempiranno come preziosi simulacri le stanze della conoscenza e della cultura che fu.
Chi abiterà le nostre città coglierà l'effettivo valore di questi oggetti enigmatici, o al pari di chi oggi riscopre  antichi tesori e false notizie, le reinterpreterà modo suo? Mistero. TG

Intervista a Fausto Pisani

Tony Graffio: Chi sei e cosa fai?

Fausto Pisani: Io sono Fausto Pisani e nasco in una calda sera d'estate di tanti anni fa...

TG: Ah, ho capito...

FP: Questa è un po' la mia presentazione; quello che vedi è un progetto a cui sto lavorando da parecchi anni, poco alla volta lo sto facendo crescere. Si tratta di collage che chiamo "carta ritrovata", perché immagino che in un futuro prossimo venturo, anche già nel 2077, non ci sarà più la carta, ma soltanto file digitali.

TG: Sai invece io come mi immagino il futuro? Penso che saremo in una condizione un po' come in "1997 Fuga da New York"...

FP: Saremo tutti prigionieri di noi stessi allora...

TG: Beh ognuno si immagina il futuro a modo suo, io credo che ci aspetterà una società distopica e che già adesso siamo sulla buona strada per realizzare qualcosa del genere.

FP: Ho visto l'altra sera, nel giorno della prima visione, "Blade Runner 2049"...

TG: Ah bene, e come ti è sembrato?

FP: Beh lì i libri c'erano ancora, quindi il mio progetto non avrebbe ancora senso.

TG: Allora, forse, abbiamo ancora qualche speranza di salvarci da noi stessi...

FP; Sì. Io infatti scrivo che nel 2077 tutto sarà digitalizzato.

TG: Tu sei convinto che la nostra società progredirà, non solo tecnologicamente, ma anche umanamente?

FP: Secondo me andremo avanti, a meno che... non ci sarà qualche ecatombe nucleare.

TG: Provocata da qualche bell'elemento, tipo Kim Jung-un?

FP: O da qualcun altro che ci faccia regredire, come alcuni film di fantascienza hanno ipotizzato. Il cinema spesso è capace di dare una visione realistica del futuro; speriamo di no in questo caso... Tornando a noi, io raccolgo dei reperti cartacei...

TG: Della spazzatura, insomma...

FP: Sì... ma che a volte creo io stesso. Essendo un artista, vado a rielaborare la carta ritagliandola, tenendola al macero per per alcuni giorni. Stropiccio il mio materiale e magari dopo anni lo riprendo in mano per creare dei collage che sono semplicemente dei ricordi dove sono indicate delle date, dei numeri o delle semplici macchie di colore.

TG: Quella donna stupenda mi sembra Maria Schneider in Ultimo tango a Parigi...

FP: Esatto. Infatti quell'opera si chiama: "Tango" ed è un ricordo del 1972, anno in cui è uscito il capolavoro di Bernardo Bertolucci.

TG: Il tuo è un intervento di ritaglio? Fai le cose analogiche come una volta, o introduci anche tecniche di Photoshop?

FP: Io ritaglio, ma in realtà intervengo praticando degli strappi con le dita. Non uso le forbici. Se tu osservi con attenzione, vedrai che, a parte i primi ritagli che ho fatto anni fa, sono tutti strappi ricavate da giornali e riviste che io ricerco e conservo per un mio utilizzo artistico.

TG: Quindi effettui solo un intervento manuale?

FP: Esatto. E' un ritorno ad un passato remoto, in un'epoca in cui non esistevano ancora le forbici e dopo che distrussero la carta. Quella è l'epoca nella quale io opero e m'ispiro.

TG: Tu pensi che un giorno qualcuno ritroverà questi quadretti e capirà che è accaduto qualcosa di sconvolgente... Scusa per il termine "quadretto" che non vuole essere riduttivo, però la dimensione è abbastanza contenuta, quindi...

FP: Esatto, puoi chiamarli anche collage, disegni tipografici o stravaganze temporali; comunque sia, penso che un giorno faranno parte di un importante patrimonio culturale, anche se già adesso sono conservati nel mio museo immaginario. Ci sono anche dei ritrovamenti fatti ad Acqui Terme, piuttosto che a Pescara di un pezzettino di carta che poi ho utilizzato insieme ad un altro recuperato altrove.

TG: I tuoi frammenti sono tutti repertati?

FP: Repertati e numerati, a volte colorati...

TG: Fausto perdonami, ma io mi chiamo Graffio, quindi a volte devo tentare di graffiare i miei interlocutori e provare metterli in po' in difficoltà... anche per vedere se sono davvero preparati e se le loro teorie sono sostenibili fino in fondo... ma un artista visivo, come te, in un festival autarchico della micro-editoria indipendente e autoprodotta (Liber-Liber), che cosa ci sta a fare?

FP: Qui, in via Bodoni 4, ci sono libri pensati e realizzati da artisti, pertanto non sono nemmeno dei multipli, ma dei pezzi unici ed io, usando la carta, mi "ritaglio", perdonami il gioco di parole... un piccolo spazio all'interno di questa piccola riunione di creativi indipendenti che non vogliono farsi gestire da editori o agenti di altro tipo. Anche i miei quadretti, in qualche modo erano parte di un'editoria che ho stravolto e riadattato al mio gusto ed alle mie esigenze.

TG: Bravissimo, sei stato convincente.

FP: Ci tengo a precisare che non faccio fotocopie e che tutte le mie opere sono pezzi unici.

TG: Vogliamo parlare di prezzi? Quanto costa il collage con Maria Schneider e la tua composizione pittorica minimalista?

FP: I miei lavori sono in vendita a prezzi ragionevoli e scontabili.

TG: Regalati, in pratica... Ma in cifre come potremmo tradurre questa frase incantatrice?

FP: Faccio un po' fatica a determinare un prezzo, come faccio fatica a comporre le mie opere e parlo di una fatica mentale; comunque ho deciso di vendere i quadri grandi a 100 euro e quelli piccoli a 50. Però, scontabili... e sono pezzi unici!

TG: Beh, ti capisco, anche perché in certi casi, in cui potrebbe ricadere perfino la mia arte, la cornice spesso vale più dell'opera stessa...

FP: A questo proposito, vorrei dire a chi non ha la possibilità di venire qui a questa mostra-mercato e toccare con mano gli oggetti di cui stiamo parlando che tutti i miei pezzi hanno cornici originali, autentiche e uniche.

TG: Bellissime anche le cornici. Le hai fatte tu?

FP: No, le ho trovate nei vari mercatini dell'usato.

TG: Non sono di "recupero"?

FP: No, quelle no, come puoi vedere sono molto ricercate e l'accostamento tra opera e cornice è studiato con cura.

TG: Sì, vero, sono particolari, forse un po' usate, ma anche da quello si percepisce il passaggio del tempo. Sono anch'esse oggetti con alle spalle una storia. Tra i tuoi personaggi vedo anche dei cantanti... Chi è quello? Mick Hucnall dei Simlply Red?

FP: No! Lui è un cantautore americano che ha fatto i film con Jim Jarmush...

TG: Ah, Tom Waits! L'uomo dalla voce roca che piace alle donne. Il suo ritratto è talmente vissuto che facevo fatica a riconoscerlo; poi sotto le luci sembrava avere i capelli rossi...

FP: Eh, certo, quella fotografia è tratta da una rivista degli anni '70!

TG: Capisco, si tratta di un pezzo raro, invecchiato ad arte...

FP: Sono qua per quello...

TG: Fausto io ho capito che tu esponi questi lavori perché sei un appassionato di cinema, fotografia e fantascienza che vuol lasciare una testimonianza dei propri gusti utilizzando i quadri che compone in forma di collage come una capsula del tempo per chi verrà dopo; è così?

FP: Sì, è vero, io sono un amante di tutte le arti visive, ho studiato qui a Milano all'Accademia di Belle Arti e quindi sono un pittore. Ufficialmente sono un artista, anche se nella vita ho fatto altro.

TG: Sei un artista diplomato!

FP: E' così! Amo molto il cinema, ho realizzato anche dei cortometraggi ed adesso sto per editare un documentario che mi ha preso molto tempo per le riprese.

TG: Di cosa si tratta?

FP: Di un film che parlerà di un gruppo che si chiama Workcenter ed è l'emanazione del collettivo di Grotowski in Italia; noi siamo stati tantissimo tempo con loro registrando le interviste, i seminari e gli spettacoli che hanno fatto. Il film dovrebbe essere pronto per l'anno prossimo. Sono talmente appassionato di cinema che tempo fa ho lasciato il mio lavoro che mi dava da vivere per vendere vecchi manifesti cinematografici.

TG: Te ne sono rimasti ancora?

FP: Sì, ne ho tanti e adesso con i manifesti un po' rovinati sto preparando una nuova serie di Carta Ritrovata, questa è una notizia che posso dare in esclusiva per i tuoi Frammenti di Cultura.

TG: Fantastico, il nostro pubblico sarà felicissimo di leggere in anteprima mondiale questa notizia bomba.


Libri autoprodotti e arte
Fausto Pisani, 64 anni, ex-analista di studi demoscopici, attualmente mette a frutto il suo diploma d'artista creando collage d'autore.


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