sabato 23 gennaio 2016

Un Mini-Lab rigenerato presto in funzione a Milano da PFG

Punto Foto Group
Guido Tosi con gli occhiali ad intensificazione luminosa, Felix Bieseler e l'Agfa FP 200 che verrà installata presso il PFG

Sono tornato da Punto Foto Group per parlare con Guido Tosi che dopo aver recuperato un secondo mini-lab, ora dispone di due sviluppatrici automatiche che stanno per essere ripristinate, per far partire a breve almeno una di queste macchine, e dare il via ad alcune linee di sviluppo a colori per pellicole di vari formati. 
La prima Agfa FP 200 trasportata presso il magazzino di Felix Bielser era in condizioni pietose, dopo una prima ripulita si è visto che era più conveniente ricercare una seconda macchina ed orientare le proprie attenzioni su un altro esemplare gemello che si pensa di mettere in funzione  all'inizio di febbraio. Un vecchio tecnico Agfa aiuterà Tosi ed i suoi soci a mettere la sviluppatrice in condizioni di lavorare al meglio delle sue possibilità dando un'occhiata alla parte elettronica ed alla parte meccanica. Negli anni '90 molti fotografi presso i loro negozi allestivano questi mini laboratori per il trattamento del C-41 (Come abbiamo visto nei mesi scorsi, anche Emma Canepari di Speed Photo ha a sua disposizione una Agfa FP 100 che è una macchina molto simile a quelle di PFG), prediligendo proprio le sviluppatrici Agfa che erano apparecchiature rinomate per la loro robustezza e semplicità. Richiedevano relativamente pochi liquidi per effettuare i trattamenti ed erano leader in questo settore dando la possibilità di inserire una pellicola dopo l'altra nella sviluppatrice e lavorare in catena, a ciclo continuo. Con questo sistema si possono sviluppare 2 pellicole alla volta, in modo da dimezzare il tempo richiesto per smaltire i rulli da riconsegnare alla clientela. I formati trattabili sono il 135, il 120, il 220, il 110 e l'APS. La macchina nasce per trattare il 35mm, ma esistono delle cassette per il 120 e gli altri formati.
Sono stati effettuati lavaggi con acido cloridrico e bicarbonati, si è provveduto ad effettuare dei primi test per capire se la macchina trascina bene la pellicola e raggiunge le temperature previste dai programmi. Fino ad ora tutto è risultato positivo, le pompe di rigenerazione dei liquidi funzionano bene ed in questi giorni partiranno dei test con i chimici di trattamento in modo da avere i primi risultati. Il servizio per i clienti dovrebbe essere disponibile dal febbraio 2016.
Tosi pensa che nel caso si riuscisse a rimettere in sesto la macchina con più problemi, la si potrà destinare ad un utilizzo diverso che potrebbe essere quello di farle fare sviluppi a tempi variati, oppure utilizzarla per sviluppare pellicole in bianco e nero.
Da tempo Guido era alla ricerca di sviluppatrici di questo tipo e di un posto dove poter svolgere questa attività, adesso che esistono le condizioni per iniziare questo tipo di lavoro, sicuramente ci saranno molti fotografi ed appassionati che riprenderanno a fotografare in pellicola.
Il 2016 si prospetta un anno molto interessante per la possibilità di reperire nuovo materiale analogico e per vedere aprire nuove attività destinate allo sviluppo della pellicola di vari tipi e formati. A Milano, sta nascendo una bella comunità analogica che opera in collaborazione fornendo consulenze e assistenza ai vari elementi che fanno parte di questo gruppo, in modo da poter integrare le competenze di ognuno per la rinascita di un settore che negli anni scorsi aveva visto perdere molto terreno nei confronti della fotografia digitale. Fino a poco tempo fa non sembrava possibile far rinascere servizi in questo campo, ma a breve potrebbe anche ripartire un mercato di nicchia perfino per gli appassionati della cinematografia a passo ridotto.
Ovviamente, si pensa anche ad offrire un servizio di digitalizzazione delle immagini analogiche. Per ora, per questo tipo di lavorazioni, PFG pensa di avvalersi dell'apporto di Farenheit che è in grado di fare scansioni d'alto livello e qualità con le proprie apparecchiature. Probabilmente, in futuro PFG si attrezzerà di uno scanner Kodak Pakon per il 35mm, in modo che sia possibile fare velocemente delle scansioni, intorno ai 1800 dpi, senza dover tagliare la pellicola.
I trattamenti in E-6 verranno fatti con una sviluppatrice Jobo, così come i trattamenti dei formati più grandi.
In futuro, PFG ha intenzione di sviluppare e telecinemare anche il Super 8 e commercializzare le bobine di pellicola vergine in colore, bianco nero ed invertibile.
PFG ha già siglato un accordo con Ferrania per distribuire i suoi prodotti all'estero, se partirà la produzione di Super 8 di questo storico marchio italiano, si potranno trovare in vendita a Milano anche queste pellicole invertibili ad un costo più ragionevole. 
Inutile dire che poter acquistare le pellicole presso lo stesso punto di vendita che si occuperà poi dello sviluppo e del telecinema dà al cliente una maggior fiducia nell'utilizzo di un prodotto che eviterà di viaggiare per l'Europa, a rischio di smarrimenti, o delusioni. Qualora qualcosa all'interno del processo di sviluppo dovesse non andare per il verso giusto, trovarsi faccia a faccia con il laboratorio è una garanzia in più per avere delle risposte o delle soluzioni alternative. Quanti di noi si sentono frenati dall'utilizzare un certo tipo di materiale, oltre che dai costi, dalle difficoltà di reperimento di chi effettivamente svolge il lavoro e dai tempi previsti dalle lavorazioni e dalle spedizioni?
I costi relativi al trattamento del C-41 potrebbero assestarsi sui 6 euro per un rullino 135 da 36 pose; un rullo 120 potrebbe invece avere un costo di sviluppo di circa 4,50 euro. APS e 110 costeranno un po' meno. Il 220, per chi riesce ancora a reperirlo, costerà un po' di più. I prezzi non sono ancora bene definiti, ma sembra che durante il primo mese di apertura di questo nuovo servizio di PFG ci saranno degli sconti promozionali rispetto ai costi prospettati. E' allo studio anche un carnet cumulativo per lo sviluppo di più pellicole che darà diritto ad uno sconto di circa il 15% del prezzo di listino, o altre forme che premieranno la fedeltà della clientela, un po' com'era un tempo quando molti mini-lab consegnavano un rullino vergine da 12 o 24 pose per ogni pellicola sviluppata e stampata.
C'è comunque da tener presente che nel costo effettivo di sviluppo, per metà incidono i costi per lo smaltimento dei prodotti chimici esausti, vale a dire che il prodotto chimico fresco e quello da buttare incidono esattamente allo stesso modo sul prodotto finale.
Se a PFG sviluppare un rullino può costare 2 euro, un euro se ne va in liquidi da smaltire attraverso i collettori di chimici che offrono questo servizio ecologico.
Chiudo questo servizio per dirvi che ho ragione di pensare che PFG stia facendo le cose sul serio, in modo da poter garantire un continuo rifornimento di materiale argentico, in quanto nel retro del magazzino ho visto un'attrezzatura professionale molto particolare che potrebbe essere utile a realizzare e perforare pellicole in vari formati, in modo da fornire ai clienti un approvvigionamento anche dei formati fotografici, o cinematografici più rari. Felix e Guido non hanno voluto pronunciarsi su questo progetto, ma credo che anche questa faccenda possa dare un po' di tranquillità in più a tutti coloro che affermano che non c'è più nessun motivo per utilizzare la pellicola, vuoi perché non si trova chi la sviluppa, o chi la vende. Tony Graffio


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